6.12.16

Ma che ci vai a fare a Dundee?

Ma che ci vai a fare a Dundee? Mi chiedono quelli a cui dico quale sarà il mio itinerario.
L'idea è usarla come base per andare a vedere qualche castello nelle vicinanze (questo per esempio), anche se sarà verso la fine del viaggio e sarò parecchio stanca, quindi non prendo neppure troppo appunti, in fondo un amico che ci ha vissuto mi ha detto che c'è poco da vedere. Eppure è la quarta città più grande della Scozia, boh!

La prima sorpresa è invece l'ostello in pieno centro, Dundee Backpackers, a 5 minuti dalla stazione degli autobus,  in un edificio del 1560 restaurato, un labirinto di scale che salgono, scendono e si incrociano, sale comuni e stanze misteriose, biblioteca, sala da pranzo con tavolo di legno, sala di lettura. Ci concediamo una elegante camera doppia, letti comodissimi che ci catturano subito, rinunciamo al castello e decidiamo che in questa città ce la prenderemo comoda.
Quello che mi dispiace di un ostello così bello è che sia popolato da giovani con lo zaino ma con zero voglia di socializzare. Nella grande sala comune piena di comodissimi divani - l'unica dove c'è internet -, una dozzina di ventenni curvi sul telefono o sull'ipad. Tristissimo silenzio tombale. (Ne avevo già parlato qui).

Io invece mi rintanerei nella sala lettura all'ultimo piano, dove internet non c'è, a leggere qualche libro della biblioteca seduta sulle comodissime poltroncine, facendo due chiacchiere ogni tanto mentre bevo una tazza di tè. Ma niente, tutti i bellissimi spazi senza internet sono vuoti.
Io finisco di leggermi The girl on the Train e lo abbandono sul tavolo della sala comune, sperando che qualcuno molli il cellulare e si immerga nelle pagine di questo libro che ha viaggiato con me dalle Orcadi (e chissà dove era stato prima).


















Quando ci siamo infine un po' riprese, decidiamo di uscire a bighellonare e ci rendiamo subito conto che forse avremmo dovuto prevedere più di una giornata in questa cittadina.

Innanzitutto scopriamo le statue, fra cui spicca lo Strathmartine Dragon (dalla leggenda di un drago, che poveraccio come sempre ha fatto una finaccia) di cui mi innamoro subito e poi varie altre che troviamo per caso, fra cui Desperate Dan, dei bei pinguinotti, una scimmietta furbetta, dei Lemmings e varie altre che ci perdiamo e che ho scoperto solo al ritorno guardando qui.













Siamo anche fortunatissime perché a Dundee proprio in quei giorni  per raccogliere fondi per la Archie Foundation (che si occupa di bambini malati, cercando di migliorare la situazione ospedaliera per loro e le famiglie) la città è stata riempita di Wullies e si può trovarli tutti seguendo il  http://www.oorwulliebuckettrail.com/ .

Oor Wullie è un personaggio dei fumetti scozzesi, un ragazzino furbetto e pestifero che ne combina di tutti i colori per guadagnare un po' di soldi. Il mio preferito è il Wullie Pirata, che mi ricorda me alla sua età, con la mia voglia di solcare i sette mari.

Ovviamente noi scopriamo solo più tardi di cosa si tratti, ma anche vagabondando senza meta riusciamo a vederne parecchi (dei 55 totali). A settembre poi le statue sono state vendute, raccogliendo la bellezza di £883,000!!!! Che dire, nel Regno Unito la solidarietà è proprio ad altri livelli!















Da Dundee vorremmo arrivare a piedi al Broughty Castle, che non sembra lontanissimo, ma camminando camminando arriviamo a un punto che non si può più procedere, e rinunciamo, sarà per la prossima volta. Andiamo alla ricerca di altri Wullie e ci sorprendiamo quando vari giovani maschietti sembrano anche loro a caccia, capendo solo dopo che cercano Pokemon.

Mi pento di non aver letto qualcosa di più su questa città, fidandomi delle opinioni altri, specialmente quando arriviamo davanti a uno spettacolare edificio gotico . È il Mc Manus, museo e galleria d'arte, che purtroppo è già chiuso.




















Alla prossima volta, Dundee, verrò più preparata!

CURIOSITÀ
A Dundee fu inventata la marmellata, da Janet Keiller.
Fino al 2031 dureranno il lavori di restauro del lungomare.
Dundee è stata la città che più ha votato YES per l'indipendenza scozzese, meritandosi l'appellativo di YES CITY.
Gli stadi di calcio delle due squadre della città sono a 100 metri l'uno dall'altro.


3.12.16

Ring of Brodgar - il cerchio di Brodgar

I do believe in an everyday sort of magic -- the inexplicable connectedness we sometimes experience with places, people, works of art and the like; the eerie appropriateness of moments of synchronicity; the whispered voice, the hidden presence, when we think we're alone.” - Charles de Lint

(Credo in una sorta di magia quotidiana-- l'inspiegabile connessione che a volte sentiamo con luoghi, persone, opere d'arte e simili; una misteriosa adeguatezza di momenti di sincronicità; una voce sussurrata, una presenza nascosta quando pensiamo di essere soli)















  
Scelgo casualmente questa citazione per descrivere il cerchio di pietre di Brodgar, poi per curiosità guardo su google chi è l'autore. Il primo titolo che mi viene fuori è The blue girl, e allora penso che c'è davvero una sorta di sincronicità o magia, e un altro libro da aggiungere alla mia lista.

Questo cerchio di pietre non sapevo neppure che ci fosse, lo scopro per caso una volta alle Orcadi. Lo potrei raggiungere facilmente il giorno che visito le Standing Stones of Stenness, è un miglio a piedi ma ci sono poche indicazioni e faccio marcia indietro.
Poi ne vedo delle foto sulle decine di volantini che ho preso all'arrivo e fortunatamente è incluso nel giro che fa il pullman che si prende per andare a Skara Brae.
  
Ed eccoci al cerchio, 104m di diametro, il terzo più grande del Regno Unito (quasi contemporaneo di Stonehenge), 27 pietroni ancora in piedi (dei 60 originari). Si tratta di un henge atipico, costruzione architettonica circolare delimitata da una struttura in terra di confine, che raramente include cerchi di pietre. Questo Ring è un'eccezione.

Circondato da colline e oggigiorno da Lochs  (in passato da paludi), il Cerchio era parte di un complesso neoliticomolto  più grande, che includeva il Ness of Brodgar, un sito  di 2.5 ettari, in cui sono ancora in corso scavi archeologici aperti al pubblico

A parte le informazioni di carattere storico-turistico, quando arriviamo il cielo si fa scuro, sembra che stia per scatenarsi una tempesta e casualmente leggo di una pietra caduta, colpita da un fulmine e spaccata proprio il giorno che nacque mia sorella (fulminata come lei). Non c'è riparo, solo silenzio di lampi in attesa.
Mi da l'impressione di essere in un centro di raccolta di fortissime energie, forse un tempo un luogo di raduno? Un gigantesco orologio o mappa di segreti indicatori celestiali? Un osservatorio lunare chissà?

Le teorie a proposito sono davvero tante (date un'occhiata qui), ma la più interessante secondo me è quella che vede le Standing Stone of Stenness come rappresentazione della vita, e il Ring of Brodgar come simbolo del passaggio ultimo, della morte. La processione fra queste due tappe mistiche indicherebbe un viaggio simbolico, il rispetto per gli avi, e la celebrazione delle tappe fondamentali dell'esistenza: il ringraziamento, la creazione di una famiglia, il sacrificio ed il lavoro, la comunità, la sacralità.


















Consigli di viaggio: noi non avevamo la macchina - e consiglierei caldamente di affittarne una per girare molto di più - quindi abbiamo preso un pullman della Stagecoach - disponibile solo d'estate. Sosta al cerchio una mezzora, sufficiente ovviamente, ma sarebbe molto più bello visitarlo quando non ci sono altri turisti. 
Cercate di incastrare la visita con gli orari di apertura del Ness of Brodgar (quando ci siamo state noi gli orari non erano però disponibili online, solo appesi sul cancello fuori dal sito archeologico)