24.10.16

Crathes Castle e cosa farò da grande ...

Di Aberdeen quello che ci avevano raccontato era che è grigietta e, forse, una delle città più brutte meno turistiche della Scozia.

Quello che non sapevamo è che l'Aberdeenshire è il paradiso per gli amanti dei castelli e dovrebbe essere più famoso per il Castle Trai , un giro per varie proprietà gestite dal National Trust for Scotland, che però è  davvero poco pubblicizzati.

Guardo il depliant e vorrei vederli tutti, a cominciare dal Castle Fraser che mi ricorda il nostro amato Jamie Fraser di Outlander, però poi il tempo è tiranno e propendiamo per il Castello di Crathes, perché sembra che non pioverà e il castello è anche circondato da un bellissimo parco, 16,000 m² di giardini e boschi.

Robert the Bruce donò queste terre alla famiglia Burnett nel 1323, ma la costruzione del castello cominciò solo due secoli dopo, quando infine Alexander Burnett, sposandosi con la figlia illegittima di un pezzo grosso della Chiesa di Aberdeen, grazie alla ricca dote decise di far costruire il castello, poi ingrandito da Thomas Burnett, per fare spazio ai suoi 21 figli!!!!  Nel 1951 Sir James Burnett, tredicesimo baronetto di Leys, donò a sua volta in castello al National Trust. 
Torri, torrioni, scale che ti portano su e giù, sale che si susseguono e si incastrano in modo abbastanza labirintico, soffitti decorati, collezione di mobili e gallerie di ritratti rendono la visita molto interessante.














A quanto pare inoltre il castello è visitato da due fantasmi:  la Dama in verde, che passeggia per uno dei salotti con un bimbo in braccio (si dice che i resti di una donna e un bambino furono ritrovati sepolti sotto il caminetto di quella stanza) e che quando appare è segno di malaugurio per la famiglia Burnett, e il fantasma della While Lady, probabilmente una serva di cui un nobile Alexander era innamorato, avvelenata dalla madre di lui in sua assenza e che compare nel giorno dell'anniversario della morte della ragazza.



(Guardatevi questo video e godetevi l'accento scozzese di questo sexy signore in kilt)

I castelli del National Trust sono tenuti benissimo, le stanze piene di oggetti, mobili, ritratti, per ricreare l'atmosfera dell'epoca. Peccato non poter fare foto, avrei dovuto prendere appunti.
Al Crathes castle sono interessanti in particolare i soffiti dipinti con motti, proverbi, i nove Nobili (Davide, Giosuè, Giuda Maccabeo dal Vecchio Testamento, Giulio Cesare, Alessandro il Grande e Ettore di Troia del periodo classico, e Carlo Magno, Re Artù e Godfrey de Bouillon del Medioevo), che hanno un posto d'onore per il loro coraggio e qualità eroiche.
Nelle sale si possono prendere in prestito degli specchi, per guardare i soffitti senza farsi venire il torcicollo.

Sarebbero da fotografare anche le volontarie che gestiscono vari di questi castelli, attempate, magrissime ed elegantissime signore che sembrano anche loro far parte della decorazione.

















In molti però vengono al Castello solo per visitare i giardini. Un tripudio di fiori, piante, angolini nascosti, libellule, api che si ubriacano di polline di decine di tipi, uccellini, praticello che invita a camminare scalzi.
Un labirinto verde, un paradiso silenzioso, arlecchino di fiori che ti fa pensare: io in un ufficio non ci voglio lavorare mai più.

Le foto non rendono, guardatevi questo video (per un bell'esercizio di listening: presentatore che parla inglese perfetto e vari giardinieri e curatori del castello con le loro bellissime R scozzesi). I giardini infatti vanno ben al di là di ciò che noi siamo riuscite a visitare.




Fare il giardiniere sarebbe un'altra possibile opzione per il mio futuro, mi ricordo che ci pensavo già nel 2003 quando cercavo modi di poter rimanere in Scozia. Svegliarsi presto presto, l'apparente silenzio della natura, tagliare qua, pulire là, piantare, curare, tenere d'occhio. Con le calosce o gli scarponi, la salopette zozza di fango, i capelli spettinati che scappano fuori dalla coda. Sì, sono io. Già mi immagino al colloquio di lavoro a dire che ho esperienza, che pianto pomodori, peperoni, peperoncini e fagioli - e da quest'anno anche il basilico - sul balcone.

Però poi ecco, la folgorazione. Il lavoro che voglio fare davvero.
Un cartello ci indica che dentro una casetta accanto al castello c'è una woodturning demonstration.
Conoscevo la parola carving per intagliare il legno, ma qui si tratta appunto di farlo girare ed intagliare mentre gira, è la tornitura. Uno dei grampian woodturners sembra Babbo Natale e io sono già innamorata di lui e di quello che fa. Ho sempre desiderato avere piatti, bicchieri e utensili di legno, se vivessi in Scozia mi iscriverei al loro club e mi dedicherei a produrre stoviglie ecologiche ed indistruttibili.

Comincio a mandare CV?

INFO DI VIAGGIO:

Address: Crathes, Banchory, Aberdeenshire, Scotland, AB31 5QJ

Se volete visitare più di un castello vi consiglio di acquistare un Discover Ticket (questo) che vi permetterà di visitare (per 3, 7 o 14 giorni) tutte le proprietà (che volete) gestite dal National Trust.
In autobus non è fattibile, quindi il giro dei castelli lo consiglio se avete affittato una macchina

Ecco la lista dei castelli della zona, controllate bene gli orari di apertura e chiusura, secondo me organizzandosi bene si riesce a visitarne anche 3 in una giornata.

Spynie Palace (Elgin)
Huntly Castle (Huntly)
Duff House (Banff)
Delgatie Castle (Turiff)
Fyvie Castle (Fyvie)
Haddo House (north of Aberdeen)
Tolquhon Castle (North of Aberdeen)
Castle Fraser (Inverurie)
Drum Castle (West of Aberdeen)
Crathes Castle (Banchory)
Craigievar Castle (Alford)
Kildrummy Castle (Alford)
Corgarff Castle (Strathdon)
Balvenie Castle (Dufftown)

La visita ai giardini la consigliatissima dalla tarda primavera a inizi autunno, per godersi davvero i colori e la varietà di alberi e piante.

17.10.16

Skara Brae e cosa penseranno di me fra 5000 anni ...

Un milione di anni fa, quando vivevo in Scozia e internet esisteva appena, sognavo di viaggiare verso nord, su pullman coi vetri appannati dalla pioggia e dall'umidità, infagottata in tutti i miei vestiti e coi piedi un po' bagnati, per arrivare infine alle Orcadi via mare e visitare Skara Brae.

Non ricordo perché volessi andare proprio lì, dati gli innumerevoli altri posti e ritrovamenti archeologici delle isole - che però forse all'epoca non erano ancora stati ritrovati! -, forse perché a casa si mangiava pane e archeologia ed era una sorta di pulsione genetica.

E una quindicina di anni dopo eccomi, infine alle Orcadi, a cercare di quadrare gli orari degli autobus per vedere tutto il possibile, a desiderare di avere più giorni, più tempo e una macchina per girare tranquillamente. 


Skara Brae me la immaginavo più grande, una sorta di Pompei gelida rimasta per centinaia di anni sepolta sotto strati di sedimenti che facevano credere fosse una collinetta. Una furiosa tempesta provocò nel 1850 degli smottamenti che portarono alla luce parte degli insediamenti, ma le ricerche e gli scavi veri e propri non cominciarono fino al 1928, diretti da un archeologo australiano, Vere Gordon Childe (che fra l'altro scrisse diverse opere per controbattere ai supposti fondamenti archeologici della superiorità razziale tedesca e  aiutò nell'espatrio archeologi e studiosi avversi al regime).

Più vecchio di Stonehenge e delle Piramidi, Skara Brae è il villaggio neolitico più completo d'Europa, e anche se costituito solo di 10 abitazioni (occupate all'incirca tra il 3100 a.C. ed il 2500 a.C.) è stato dichiarato - per le sue peculiarità e per l'ottimo stato di conservazione - Patrimonio dell'Umanità dell'UNESCO. Sicuramente molte altre costruzioni sono andate perse nel corso dei secoli a causa dell'erosione del mare, ma si ipotizza che il villaggio arrivo ad ospitare una cinquantina di abitanti.
Addirittura Indiana Jones, nel film "Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo", parla di Skara Brae ai suoi studenti e ci hanno ambientato un paio di romanzi e un videogioco.















Gli abitanti di Skara Brae, per proteggersi dal clima delle Orcadi (che però all'epoca non era mica freddo come oggi) costruivano ripari usando gli avvallamenti nel terreno e le collinette createsi per l'accumulo di sedimenti e rifiuti. Le case interrate, di circa 40m², avevano un focolare al centro, letti (a destra della porta quello del marito, a sinistra quello della moglie) e armadi incassati o accanto alle pareti e i tetti costruiti con tronchi e legna trascinati dalle mareggiate ed ossa di balena, ricoperti di zolle d'erba (alle Orcadi infatti crescevano davvero pochi alberi).



Ora, a parte l'abilità nel costruire anche un sistema di drenaggio e dei bagni preistorici, la domanda che sorge spontanea è: perché mai qualcuno avrebbe potuto decidere di vivere in un posto così speduto, con scarse risorse, freddo e umido, quando altri contemporanemanete vivevano e prosperavano nelle prime civiltà in Egitto, o in Sumeria o in India?

Cosa spingeva queste persone a ritirarsi così lontano da tutto, cosa li portò poi in fretta e furia ad abbandonare Skara Brae? Così in fretta che fra i resti ritrovati spiccano un'ultima cena non consumata e una collana impigliata in una porta ... Varie teorie hanno cercato di spiegare questa fuga improvvisa,  ma non ci sono prove definitive che ne dimostrino la validità.

E chissà se fra 5000 anni qualcuno scriverà di noi, abitanti della Murcia quasi desertica (che fra 5000 anni si sarà del tutto desertificata) e cercherà di immaginare la nostra vita, a 45-48 gradi d'estate, e trovando i resti di casa mia, senza aria condizionata si chiederà: cosa portava queste persone a ritirarsi nel deserto? Emigrare da Roma Caput Mundi e venirsene qua, fra campi di arance e  limoni?


Consigli di viaggio:

Se non disponete di una macchina, una buona possibilità per visitare Skara Brae (e il Ring of Brodgar/ Standing Stones of Stenness) nella stessa giornata è prendere questo bus della Stagecoach. Nonostante dicano che è il tipico pullman aperto per turisti, quando l'abbiamo preso noi era un pullman normale.

All'inizio il tempo per visitare Skara Brae ci sembrava troppo poco (e non sapevamo neppure che fosse inclusa gratis la Skail House di cui parlerò altrove), invece è stato sufficiente. Bisogna andare a passo spedito ovviamente se si vogliono vedere entrambe le cose.
Anche la sosta al Ring of Brodgar (mezzora) va bene, ma ricordate che, se volete rimanerci più tempo, al Ring potete arrivarci facilmente a piedi se siete alle Standing Stones of Stenness.

Skara Brae è gestito dall'Historic Scotland, potete comprare i biglietti anche online oltre che direttamente lì, e oltre al villaggio includono un interessante museo e la Skaill House.

Anche ad agosto fa parecchio freddino (a meno che non siate proprio fortunati), copritevi bene! Tnato vento!

11.10.16

Che strada prendo?

Periodo di leggera confusione esistenziale lavorativa.

Penso che non mi va più di insegnare.

Che quando sono in classe (per ora, ma non so per quanto ancora) sono felice, sono io, ma appena metto piede in corridoio mi rendo conto che ci sono scartoffie inutili che non vorrei dover compilare, dinamiche interpersonali che vorrei evitare, perdite di tempo insensate che mi pesano.
E poi è già tarda sera, perché le mie lezioni sono sempre fino alle 20 e, fra una cosa e l'altra, non arrivo mai a casa prima delle 21. Per me che sono un'anima mattutina - se fosse per me comincerei a lavorare alle 5 e andrei a letto al massimo alle 10 - è una tortura.

E leggo - sui libri di inglese che uso a lezione e che al livello C1 trattano tutti il tema work and jobs -  di aziende tipo Skyscanner, in cui gli uffici sono colorati, luminosi, in cui si lavora in modo moderno, c'è la frutta gratis, i divanetti e sembrano tutti felici.

Che poi non sarà tutto oro quello che luccica.
Che queste compagnie (google, amazon, booking ecc) rendono gli uffici talmente comodi, con zone per farsi una dormita, giocare a pingpong, praticelli per camminare scalzi e rilassarsi, gadget e decorazioni, affinché la gente si senta a casa e non se ne voglia mai andare a casa propria.
Furboni.

Però, ecco, se ora mi dovessi mettere a pensare a cosa vorrei fare, cambio la domanda e mi chiedo:
cosa POTREI fare?

Parlo 3 lingue bene (italiano, inglese, spagnolo), ma le parlano in tantissimi.
Non sono una brava team-worker, tendo a fare anche il lavoro degli altri e a prendermi responsabilità che non sono mie per coprire chi non ha voglia di lavorare.
Mi è molto difficile dire di no.
Su questi ultimi due punti sto lavorando attivamente, come vero e proprio esercizio spirituale.

Mi interessa un po' di tutto, ma fondamentalmente ultimamente le mie passioni sono:
- la pronuncia e la fonetica
- il minimalismo e l'organizzazione degli spazi
- le soluzioni ecologiche e antispreco
- i progetti sociali di condivisione (di risorse, di idee, di oggetti)
- la nutrizione e la salute
- l'ipnosi applicata a ...
- i viaggi stile straccione, in couchsurfing, autostop ecc
- le foto non turistiche
- i social media


Di tutte queste cose io però non sono un'esperta, non ho studiato.
Non sono un'ipnotizzatrice, né una nutrizionista, ho una macchina fotografica scrausa e non so mettere il gadget di commenti facebook nel blog.
Non seguo le istruzioni e ho poca pazienza, però seguo le regole e sono molto hard working.
Ho tantissime idee, ma poi me le scordo.
Posso stare davanti al computer a fare le mie cose e nel frattempo ascoltare le conversazioni di tutti quelli che sono nella stessa stanza ed elaborare soluzioni ai loro problemi.

Ho passato talmente tanto tempo a non dire di no, a risolvere problemi altrui e a rimediare a sbagli non miei che non avevo poi mai il tempo di fermarmi un attimo e riflettere su di me.

E ora mi sembra di essere a un crocevia.






4.10.16

I giochi delle Highlands e cosa si nasconde sotto il kilt

Avete visto Braveheart? Vi ricordate questa scena in cui William Wallace e l'amico Amish si sfidano a lanciare pietre e pietroni?


Mi era rimasta impressa, così come varie (porno) cartoline e depliant pre-internet, in cui aitanti maschioni in gonnella lanciavano tronchi e pesi manco fossero di polistirolo.















Folklore? Esagerazione? Toccherà scoprirlo agli Highland Games.
Queste competizioni sportive, che si svolgono in varie località delle Terre Alte, concentrate soprattutto d'estate, offrono agli spettatori la possibilità di ammirare varie discipline sportive e non, ricordo degli antichi raduni dei Clan. 

Risalenti al 1300 e vietati a partire dalla Battaglia di Culloden (di cui vi ho già parlato qui), nella loro versione moderna i giochi ripresero nel 1819 e comprendono prove di lancio del tronco (caber toss), della pietra (di varie dimensioni e pesi), del martello, del peso, del peso più pensante, del peso pesantissimo, oltre a competizioni di cornamusa e di danza, corsa, corsa in collina, tiro alla fune, salto in alto e varie altre specialità a seconda della zona.

Noi, trovandoci ad Aberdeen e avendo a disposizione la macchina abbiamo deciso di andare a caccia di uomini in kilt ai giochi di Ballater (questi qua). La pagina web è un po' antiquata, poche foto e poche informazioni, ma il lancio del tronco c'è e l'entrata costa solo 8pound, il tempo promette nuvole ma non pioggia e allora si va.

Arriviamo proprio quando le bande musicali stanno passando per la via principale di Ballater e conducono noi e tanti altri curiosi dritti dritti ai giochi. La musica delle cornamuse mi commuove e la vista di sexy ginocchia che spuntano dai kilt mi entusiasma. Praticamente mi innamoro di ogni uomo kiltato che vedo.

Sono così gasata che quando scopro che nel prezzo del biglietto c'è inclusa la possibilità di partecipare a qualsiasi gara, quasi quasi penso di darmi al lancio di qualcosa anche io, giusto per avvicinarmi ai maschioni in gonnella e sexy calzini lunghi che si preparano al centro del campo. 



Non so perché mi aspettavo che ci sarebbe stata molta più gente e che magari sarebbe stato difficile farsi spazio fra la folla, invece troviamo pure posto a sedere dopo un po' e siamo pronte ad applaudire e ad aguzzare la vista per cercare di scoprire cosa portano sti omaccioni sotto il kilt.
(al Cowal Highland Gathering partecipano circa 3500 atleti con un pubblico di più di 20000 persone, quelli d Ballater sono più in famiglia, con gli atleti che si conoscono e spesso sono fratelli o cugini)

Il presentatore mi ricorda un po' Corrado della Corrida, chiacchiera, cerca di coinvolgere, racconta aneddoti, parla dei partecipanti come fossero figli suoi, riesce a seguire le varie competizioni che si svolgono contemporaneamente su varie parti del campo, instancabile, non si allontana mai.
E se partecipassi anche io, che racconterebbe di me? Si sbaglierebbe a pronunciare il mio nome? Direbbe che sono vegana? Chiederebbe applausi extra perché vengo da lontano? Allora mi viene voglia di prepararmi e partecipare alla corsa delle 100 yarde per l'anno prossimo, che non sono neppure 100 metri, ce la potrei fare pure io.

Intanto diventiamo fan di Kyle Randalls, io lo scelgo perché ha i miei stessi calzini a righe, ma mi sento un po' traditrice, perché Randall è il cognome del cattivone di Outlander, speriamo che 'sto Kyle sfoghi tutta la sua aggressività lanciando tronchi.
















Scopriamo che in questa disciplina non conta lanciare il tronco il più lontano possibile, ma sollevarlo con le mani incrociate, tenerlo verticale in equilibrio, poi correre, fermarsi di botto, lanciarlo facendogli fare un giro a 180º e che il tronco atterri, toccando terra con l'altro estremo, per poi cadere il più possibile alle ore 12.
I tronchi sono di 5-6 metri e pesano 35-80kg. I giudici di gara, elegantissimi con le loro giacche e kilt, hanno apposite fettucce per misurare angoli e distanze, mentre noi guardiamo a bocca aperta e scopriamo che questi uomini molossi portano i boxer sotto il kilt!Che delusione!



Ecco, però nonostante questa scoperta, se volete vivere una giornata davvero scozzese, gli Highland Games sono da non perdere. Se qualcuno decide di partecipare, fatemi un fischio, e ci vediamo lì!


 (Secondo me l'unico a non portare niente sotto il kilt era il giudice a destra!!!)

Informazioni varie:

Il giochi di Ballater si svolgono il secondo giovedì di agosto, dalle 11 di mattina alle 5 di pomeriggio circa, presso il Monaltrie Park.
Entrata a pagamento, con possibilità di partecipare alle varie competizioni. Non c'è prevendita, si paga all'ingresso. Ci si iscrive per le varie gare direttamente lì, basta presentarsi mezzora prima della gara.

Portatevi un piccolo binocolo se volete giocare al: cosa porta uno scozzese sotto il kilt?

Qui altre informazioni in italiano sulle varie località dei giochi, su come partecipare e cosa aspettarsi.

Curiosità: gli Highland games non si svolgono solo in Scozia, ma anche negli Stati Uniti, in Canada, in Nuova Zelanda e addirittura in Indonesia, in Brasile, in Belgio e in vari altri Paesi del mondo! 

3.10.16

A casa di nonna Papera

Non so quanti anni fa ho conosciuto nonna Papera.
Una nonna Papera tecnologica però, perché ci siamo incontrate online, blog di qua, blog di là.
Il minimo comune denominatore era che lei cercava info sulla mia amata Scozia (anche se all'epoca viveva o stava per vivere nella sua amata Australia) e che pure lei è de Romaaaaa.

Gira che ti rigira la povera nonna Papera finisce in Scozia ad AbMerdeen a studiare e allora durante questo viaggio, che noi si va su su su alle Orkey, si decide di ricalare giù prendendo un traghetto notturno e approdando proprio ad Aberdeen. Che in fondo non ci sono mai stata e voglio vedere coi miei occhi se è davvero così brutta! Nonna Papera appena trasferitasi nella sua nuova casa ad agosto 2015 ci aveva detto gioiosa che ha due bei divani per couchsurfer come noi. E noi la prendiamo in parola. Se ne pentirà?

Ed eccoci ad agosto 2016, alle 7 di mattina giù dal traghetto in cui nonostante la notte buia e tempestosa abbiamo dormito benissimo, pronte a conoscere nonna Papera e suo marito (ebbene sì, Nonna Papera è sposata, guardate qui e qui, io non lo avevo mai visto 'sto marito, forse era scappato con l'amante russa).

Il resoconto viaggereccio di ciò che abbiamo fatto a Aberdeen e dintorni (compresa la caccia a uomini in gonnella) finirà in altri post, questo invece è un post riservato solo a loro due, Serena e Alessio, e alla mia restaurata fiducia nei blog incontri dopo esperienze diciamo non proprio positive.

Stavolta nel mio cervello non c'era quella vocina che diceva: ma che cavolo stai a fà?? Te stai a sbajà!!!
No, stavolta c'erano i messaggi vocali della nostra cara nonna Papera che ci annunciava che aveva riempito il frigo all'inverosimile di roba vegana, e aveva capito appieno l'essenza di noi viaggiatrici locuste.

Ed è stato proprio così, un banchetto continuo di prelibatezze, bottone dei pantaloni slacciato perennemente, un sacco di risate a scartabellare libri di sessuologia di studi passati, caffè fatti con l'acqua frizzante, presunte amanti russe che si manifestano quando noi donne siamo assenti.
E poi corse sotto la pioggia all'Asda a comprare dei reggiseni che infine sono come li voglio io, mangiare gelati vegani seduti al supermercato mentre tutti ci guardano, cercare di sbolognare banconote da 100 pound con commessi che pensano di sicuro che siamo mafiosi, temere che la mia maglia e i miei jeans all'ultimo stadio di vestibilità vengano gettati da Serena coalizzatasi con mia madre.



È un po' come essere di nuovo al liceo. 
È casa lontano da casa, è cultura condivisa, è la bellezza di qualcuno che si prende cura di te.
È quella scintilla che scocca quando, pur non ricercando gli altri italiani all'estero, ne trovi alcuni che ti fanno sentire quella strana nostalgia canaglia per un Paese (o forse per un'idea di casa) in cui non vivi da tantissimo tempo.

Nostalgia di momenti legati alla beata giovinezza, quando uno ancora non aveva avuto a che fare con i problemi burocratici, le tasse, le lotte per trovare lavoro, le bassezza e bruttezza di certa gente.

Ritorniamo ragazzini, che parlano di cartoni animati, di canzoni, di cose buone da mangiare.
Ritorniamo ragazzini che hanno sempre fame, che fanno i gridolini al supermercato per aver trovato il caffè all'arancia o un intero bancone di veggieburger.


E allora grazie Serena e Alessio, we love you!
E in Australia mi raccomando, una casa con due bei divani comodi, che arriviamo a svuotarvi il frigo!