20.6.15

Effetti collaterali

Farsi correggere quando parlo dal proprio nipotino di 5 anni. 
Andiamo di là, a giocà - gli dico.
Non si dice giocà! - mi risponde serio.
Per un momento penso che ho usato una parola in spagnolo, poi mi rendo conto che sta correggendo il mio romanaccio. Che io quando vivevo a Roma non parlavo. Me so 'mbruttita a vive 'n campagna!


Stare tranquilla e beata a spalmarsi la crema idratante sul sedere con la finestra aperta, non ricordando che qua le finestre dei vicini sono a pochi metri di distanza e fare un involontario spettacolino sexy per il dirimpettaio divertito.

Diatribe con madre tecnologica
- Io: Hai visto che bella la foto di questi maialini?
- Mater: Secondo me sono finti!
- Io: ???
- Mater: Mica si muovono!
- Io: Mamma, non è un video!
- Mater: Però non si muovono.

Esco con 3 amichette delle elementari.
A un certo punto fra un pettegolezzo e l'altro su cessicornutidivorziatitrombamici, ho un momento di scompenso:
- Ah, ma quindi ti offrono anche il G14Hv con PS14Gt?
- Sì, ma la versione upgrade X27, che è un gran vantaggio in caso di R44.
- Ah, da noi di solito offriamo l'opzione aggiuntiva K24 ...
- Sì, ma non fa al caso mio, perché essendo io in Beta2 al secondo mese ci sarebbe un rischio di Z14.
E così per altri 2-3 minuti. Parlano di telefonini? Di test durante la gravidanza?
No, di assicurazioni. Oddio, c'abbiamo quasi quarantanni, ma io anche no.

Di pomeriggio mamma mi chiama per il tè. Mentre loro si mangiano le ciambelline a me viene voglia di pomodori sott'olio su pane nero tedesco e birra slovena. Stomaco globalizzato.


Insomma, 'sto ritorno in patria va così.

13.6.15

La scuola è finita ... andiamo in pace!



Oggi fa calduccio  e mi è tornato in mente quando, 15 anni fa, mia cugina e suo marito erano venuti in viaggio di nozze a casa mia, qua nel deserto. Murcia gli piaceva tanto, nonostante i 40º-45º, e Alessandro amava particolarmente i granizados, che non sono proprio granite ma quasi. Così mentre noi dormivamo la siesta lui usciva sotto il sole cocente per andare a prendersi un granizado.

Loro non parlavano spagnolo e proprio qui nella regione in cui tutte le S scompaiono (i murciani fanno economia di consonanti) Ale e il gelataio non si capivano:

Ale appiccicava le S a ruota libera alla fine delle parole che aveva imparato:

- QUIEROS UNOS GRANIZADOS.

¿Cuántos? - gli rispondeva il gelataio. (Unos in spagnolo infatti significa 'alcuni, dei')

E lui un po' stizzito: UNOS, UNOS. (facendo segno con il dito).

Alla fine tornava sempre a casa con tres granizados, perché con il numero 3 si va sul sicuro, a Murcia lo pronunciano come in italiano.

Ora sono 15 anni che io sono qui e magari gli errori li faccio al contrario.
Parlo itañol e mi confondo, diciamo che in tante cose mi sto spagnolizzando.
Come molti saprete sono l'artista (con involuzione a livello disegni secondo asilo) dietro i fantastici Cuidadín e spesso rivivo le mie figuracce ascoltando di nascosto italiani in giro, che intanto mica lo capiscono che sono del Bel Paese.


DE PUTA MADRE

Questa espressione si impara subito, perché è sempre in bocca di tutti.
De puta madre, che figata, da paura, fantastico.
Ricordo il momento preciso in cui l'ho sentita per la prima volta, pronunciata dal vocione di un murciano conosciuto a un campo di volontariato. Io parlavo un po' di spagnolo e chiacchieravamo di quell'estate, di cosa avevamo fatto, di cosa avremmo fatto. Mi ricordo che gli avevo detto che dopo il campo di lavoro sarei tornata in Italia, per passare un po' di tempo con i miei, eravamo passati a parlare del cibo italiano che cucinava mia mamma e zacchette, DE PUTA MADRE.
Non gli sono partita di capoccia per miracolo.
Io odio le parolacce, soprattuto quelle che insultano la mia famiglia. Ma ha rischiato di brutto.

Occhio che non è lo stesso dire de puta madre che tu puta madre, questa seconda espressione sì che è un bell'insulto.



Poi quando facevo le ore piccole per il centro di Murcia quando ero una erasmus festaiola, mi capitava, tornando a casa all'alba dei morti viventi, di essere fermata sempre dallo stesso tipo, fatto e sfatto, che mi chiedeva sempre di 'dargli fuoco'. 
E io pensavo: poveretto, è davvero disperato, non riesce a uscire da questo tunnel di perdizione in cui si è ficcato. Anche perché io non fumo e non potevo immaginare che qualcuno mi prendesse per fumatrice e mi chiedesse da accendere.
Poi quando ho risentito 'sta frase in una discoteca ho pensato: oddio, ma 'sto dame fuego è qualcosa di sessuale, tipo 'cmon baby light my fire. Insomma suicidio o zozzerie?



La storia del seguro e seguramente mi fa ancora impazzire. Ma perché cavolo l'avverbio che deriva dall'aggettivo significa qualcosa di completamente diverso??????? Perché? Perché? Ci ho messo circa 10 anni a non confondermi più. Anche se quando ascolto seguramente c'ho ancora quel momento di scarto prima di realizzare che col cavolo che è sicuramente, anzi nella maggior parte dei casi, quando uno ti dice seguramente ti sta dicendo di no in modo gentile.

Cioè, mettetevi l'anima in pace:  seguramente ti chiamo, seguramente passo, seguramente ci vediamo ... vi stanno dando il due di picche, fatevene una ragione.
Per andare sul sicuro la parolina magica è seguro, sennò ciccia.



---- MAMMA SMETTI DI LEGGERE QUI ----

Poi ovviamente ci sono una lunghissimissima sfilza di errori pornografici, ma proprio tanti tanti.
Che poi cazo e cazzo si pronunciano pure diversamente, ma ti fa comunque ridere quando vai a comprarti la prima e unica pentola per la tua casetta erasmus e vedi 'cazos' da tutte le parti.

Ti fa pure ridere che gli attributi intimi maschili e femminili in Spagna vengano chiamati con un nome del genere opposto, POLLA per l'uccellino, COÑO per la patata. Poi impari talmente tanti altri nomi per definirle che non ci fai più caso. Fino a quando sei in giro con un'altra straniera che per cena chiede un 'bocadillo de polla' (panino di cazzo, invece che di pollo) e allora ringrazi il cielo di essere veggie.

---- MAMMA PUOI RICOMINCIARE A LEGGERE QUI, o forse no ... ----


E nella vita di una prof. di italiano non sono solo gli alunni a confondere Buongiorno con Bochorno (afa), guarda il libro con riponi/ il libro (guardar in spagnolo =  mettere via), e a intorcinarsi il cervello pensando che salir significa uscire, subir significa salire e subire è sufrir ... no, no, pure tu farai le tue belle figuracce in diretta, e ovviamente saranno sempre delle pornofiguracce.

Perché se tu dici TOCCA A TE in classe, il tuo studente principiante capirà TÓCATE, cioè toccati, onanismo didattico insomma. Che poi in spagnolo si dice TE TOCA, ma chi è che mi tocca???

Un sacco di verbi creano casini, tipo vado al mare Y ME BAÑO ... e certo che ti bagni, ovvio.
Ma bañarse non è bagnarsi, bensì fare il bagno. Però il verbo fare dopo 15 anni qua si finisce per perderlo e allora cominci a dire DOCCIARSI, COLAZIONARE, MERENDARE e vabbè, che ci si può fare?

C'era il padrone del ristorante dove lavoravo, che parlava itañol pure lui e per dire a uno dei nuovi camerieri spagnoli di portare le tovaglie in lavanderia gli diceva TOALLAS, che sono gli asciugamani e questo rovistava e rovistava in magazzino, alla ricerca dei fantomatici asciugamani.

E poi tutti gli altri casini culinari, olio = aceite, aceto = vinagre,  e uno legge il menù e dice: ma che schifo, pasta aceto, aglio e peperoncino ... e poi vogliamo un piatto di gambas, oddio sono cannibali! Ma noooo, le gambas non sono gambe, sono gamberi. E la pasta al burro (= asino) deve aver fatto inorridire frotte di ispanici (che poi un asino o una mucca, boh, che differenza fa!).

Insomma, oggi ripenso a tutti questi malintesi e a tutti quelli che vivono i miei studenti, però sono felice, perché per la prima volta nella storia ho promosso tutti! Tutti!!!! Certo ci sono stati una quindicina di studenti che non si sono presentati all'esame, ma meglio così, mi hanno tolto un peso, quello di bocciarli, hanno capito forse cosa mi aspettavo da loro e che non si erano impegnati abbastanza.

Ho ripensato pure al mio erasmus perché ieri, negli ultimi ultimissimi esami ce ne erano 3 di alunne il cui destino dipendeva dal mio voto. Tre future erasmus in Svezia, che piangevano prima e hanno pianto dopo l'esame. Ho ricordato me stessa, trepidante 16 anni fa, in attesa delle selezioni e di sapere se sarei partita. 

E ho pensato che sarebbe stato bello fare un video, del momento preciso in cui la vita di qualcuno cambia e non si può tornare indietro.






10.6.15

Ho perso la vocazione?

Culo sedere quadrato fisso sulla sedia, testa altrove.

È la fine del quadrimestre e, come al solito, siamo sommersi di cose da fare.
Mi è toccato pure mettermi i pantaloni funerale (nel senso che non me li metterei altro che per andare a qualcosa di tremendamente importante) perché avevamo un'ispezione durante gli esami del venerdì pomeriggio (quindi peggio di un funerale).

Così mi sono resa conto che non sono proprio fatta per questi salamelecchi di vestirsi bene e dare dell' Ustedes (Loro) agli alunni. Non ce la faccio proprio. Non so come in un passato lontano 20anni io avessi potuto pensare di lavorare in un'ambasciata, dove oltre ai pantaloni effetto salsiccia sicuramente avrei dovuto portare scarpe non da ginnastica. NO, NO!

Fortuna che i nostri esami dei corsi e le nostre prove di accesso agli intensivi estivi sono un po' più rilassate. Vengo in ciavatte e pantaloni hippy, che mio padre mi farebbe subito licenziare.

L'altro giorno un mio alunno mi ha fatto un bellissimo coming out nello scritto dell'esame, raccontandomi di suo marito (immaginario) e poi mandandomi una mail per dirmi cosa ha imparato da me come prof e da me come Cecilia. Lacrimuccia.

Vari altri alunni mi hanno scritto per dirmi quanto avevano imparato, come si erano divertiti, e insomma belle cose, proprio l'anno che pensavo che la mia vocazione all'insegnamento fosse scomparsa del tutto. Si vede che c'è ancora, ma è talmente inglobata in me che non la vedo.

Però ecco, ad allietare questa faticosissima fine quadrimestre poi ci sono i futuri alunni che pensano di non rivedermi mai più, perché non collegano  il fatto che io che gli faccio la prova di accesso poi potrei essere la loro futura prof.

Eccotelo qui dunque, uomo tatuato, baricentro basso, un ammazza dinosauri come amo definire il genere.
All'esame orale nervosissimo, livello terra terra, mi chiede di rifarlo più tardi.
Vabbè, so' pochi, tranquillizzati e ripassa.

Me lo ritrovo fuori dalla porta, infine pronto ad affrontarmi.

Prima domanda: che ti piace fare nel tempo libero?

- scrivere romanzi d'amore.

- romanzi d'amore? (dico io un po' interdetta, spiazzata, visto il suo aspetto non me lo aspettavo, mi valga la ridondanza)



Il tipo mi scruta per qualche secondo, per vedere se sono pronta alla prossima rivelazione:

No, vabbè, d'amore no.
Di sesso.
Erotici.
Sensuali.
Insomma HOT.
(ma pronunciato con quella gutturale aspirata più simile a una 'jota' che fanno gli spagnoli).

 Pensava di guadagnare punti?
Se lo sarà inventato perché quando il mio collega mi ha chiamata Cecilia, pronunciandolo in italiano, questo ammazzadinosauri ha capito Cicciolina?

Non lo so, fatto sta che è in un A2.1, io insegno normalmente dal B2.3 in su.
Gli mancano circa 8 livelli per raggiungermi.
Se fa un paio di corsi all'anno e li passa se ne riparla fra 4 anni.

Per quell'epoca chissà, forse avrò davvero abbandonato l'insegnamento e mi sarò data al Cicciolinamento.


(Gli altri Cuidadín li trovate qui)



Giro di ricognizione

Succede sempre che i posti più vicino a casa si ignorano un po', perché prima o poi ci andrò, quando ho un fine settimana libero, e poi te ne scordi ed è da 14 anni che sono in Spagna e ancora non ero mai andata ad Almeria.

Almeria è a un tiro di schioppo da Murcia, 223km e ma perché mai 4 ore di pullman. (In realtà con quello di categoria Supra sono solo 2 ore e 45!)

Ad Almeria Sergio Leone ci girava gli spaghetti western, perché là ci sono ancora più cactus e sabbiadeldeserto che a Murcia.

Ci sta addirittura un parco del Far West, ma io non ci vado perché ci fanno gli spettacoli coi cavalli, e molto vegano non è.

Ad Almeria ci concediamo un Gran hotel 4 stelle ...


... sì, certo, 4 stelle di mare! Popolato da Miss Culetto in bikini fluorescenti con fotografo al seguito che le immortala a bordo micropiscina, decorazione barocca, e la nostra è l'unica stanza senza balcone e con vista laterale sul porto ...



Ma abbiamo due poltroncine e un comodissimo tavolinetto che trasformiamo in sala da pranzo, attrezzati con posate Ikea e carta igenica a mo' di tovaglioli, e un sacco di prodotti vegani trovati al supermercato, in beffa alla regola niente cibo in camera. 


A Almeria ci arrivo con un occhio dolorante - troppo computer, troppi esami da correggere e una settimana quasi di notti semi-insonni per mal di schiena, mal di sterno, ma di stomaco che penso di avere l'ernia iatale, e temo di essermela provocata facendo troppe flessioni e magnando come un porco.

Invece scopro che probabilmente è solo il mio letto durocomeunsercio di Murcia, perché ad Almeria ci danno la stanza in anticipo e mi abbiocco un paio d'ore prima di pranzo e non mi fa più male niente.
E allora tutta gasata decido che è ora di andarmi a fare un bagno di vitamina D, lungomare e poi spiaggia e ...


... una bella insolazione dopo nemmeno MEZZORA non me la toglie nessuno!

Sarà forse che l'ultima volta che ero andata al mare d'estate senza ombrellone era stato 7 anni fa? E che prendo il sole solo andando da casa al lavoro?

Torno in hotel e crollo, bianca più di prima, e in mancanza di ghiaccio bisogna sopperire con bottiglie di birra, che qualcuno se le sarebbe volute bere belle fresche e invece servono a raffreddare la mia capoccia in fiamme.

Ma vabbè, riesco a dormire e recupero 12 ore di sonno, e mi rendo conto che il mio corpo è sempre più meccanico, surriscaldo il motore e addio core, tocca spegnere tutto e poi si vedrà.

La mattina dopo infatti sono sveglia alle 7, c'è l'Alcazaba che ci aspetta, l'ho vista la notte prima durante uno dei momenti di lucidità nel delirio febbricitante, in cui sapevo, CAPIVO, di essere stata un elefante nella mia vita passata, e che per abbassare la febbre dovevo mettermi una bottiglia di birrra fredda su ogni orecchio.


Tutti quelli a cui avevo detto che andavo ad Almeria avevano commentato che non c'è niente da vedere, è bruttarella, Almeria??

Io penso meriti la pena di fermarcisi almeno un giorno, soprattutto se non fa troppo caldo, e salire su per la collina, ed eccola, sorniona e gratuita, la sorellina minore dell'Alhambra.

Giardini, acqua, fiori, tantissimi alberi, uccellini che nidificano negli spazi fra le pietre, silenzio.
Ci sono pochi, pochissimi turisti. 
Niente schiamazzi, niente comitive.
Solo noi, a immaginare come doveva essere bella la vita in questo luogo, senza Grandifratelli e Veline, senza cellulari e ipad, solo con storie raccontate sotto le stelle, infiniti bicchieri di tè zuccheratissimo, natura ascoltata e rispettata.





Poi la muraglia corre giù per la collina ...


... e un'altra collina, el cerro de San Cristobal, ci aspetta di pomeriggio. 

Lì troviamo una statua di Cristo, el Sagrado Corazón de Jesus, di cui quasi non ci sono informazioni su internet.
Sarà perché per arrivarci bisogna attraversare un quartiere gitano?
La mia canotta, calzoncini, ciabatta di plastica del supermercato e mollettone in testa, più i tatuaggi sulle braccia-spalle mi confondono benissimo fra la popolazione locale, ed eccomi lassù.





C'è un ragazzo solitario che medita guardando il mare.
Una coppietta arrivata in macchina, che scappa subito via da queste rovine piene di cocci di bottiglia.
Un signore panzuto con un cane altrettanto panzuto, che scopre la pancia per rinfrescarsi.
Due ragazzini che giocano a saltare dai muretti.

Ognuno con la sua storia.
Ognuno a guardare il mare con occhi diversi.

Io lo guardo e penso che devo portarmi cappello e occhiali da sole, la prossima volta che ci torno.

Il viaggio si conclude troppo presto.
Penso di aver comprato il biglietto di ritorno per il pomeriggio e invece mi rendo conto all'improvviso che si torna a Murcia a mezzogiorno. Giusto il tempo di buttare tutto in valigia e riportarmi la mia bella insolazione a casa.