27.8.14

In questo viaggio abbiamo capito/scoperto che ...

Che bisogna sempre chiedere se ci sarà un autobus di ritorno (2 volte abbiamo rischiato di rimanere bloccate dove eravamo andate in gita!)

Che con le ortiche raccolte ai giardinetti si può fare il pesto.

Che certe scarpe dovrebbero essere proibite per legge.


Che oltre alla Sindone, al calice dell'ultima cena, al Santo Sepolcro, Gesù è stato il precursore della Walk of Fame di Los Angeles.


Che non solo guidare è pericoloso, ma pure stare fermi.


Si può sputare fuoco dalla bocca o da ... (Marghe ha in mano una scatoletta di baked beans, faciolata al pomodoro) perché il piccante è una filosofia di vita...

 

Che essere circondati da paperone alte più di un metro, scacazzanti verdosità, incute timore.


Che l'equilibrio è questione di punti di vista.


Che google maps non lo sa mica se ci sono lavori in corso sui ponticelli pedonali ... Ovviamente!


Che nel Regno Unito le chiese in disuso vengono vendute/affittate e trasformate per esempio in ...


Un centro per fare arrampicata!


Che il tempo in 2 secondi 2 può passare da così a così (e viceversa)...



Che i nostri amati 'melones piel de sapo' in Inghilterra li vendono in formato mini, e la gente interdetta chiede al fruttivendolo di che si tratti. Ma in Italia si mangiano?


Che se fai una foto pensando di essere un drago, poi magari scopri di esserlo. 
(Non ho aggiunte effetti fuoco alla foto, ho solo cambiato i colori, inquietante, no? Eppure non avevo mangiato piccante a colazione!)


Che su certi menù ci sono più tipi di salsette e salsine che opzioni di cibo!
Salsa alla menta, anyone?


Che esiste una fantomatica 'cucina britannica' ...


... Ma guardacaso questo ristorante era chiuso e in vendita ...

E voi che avete scoperto o capito quest'estate?



22.8.14

Sindrome di Stendhal

Liverpool è tante cose, ma quando i ricordi si affievoliranno per me Liverpool sarà tachicardia, confusione, capogiro, vertigini.
Sindrome di Stendhal.
Pensavo di essere preparata, in fondo in altri due musei ero corsa da loro, dai Preraffaelliti. 
Invece mi pulsa ancora la testa e mi viene un nodo in gola a scriverne ora, a distanza di giorni.

Leggo male la piantina, credo di dover attraversare due sale, passo una porta di vetro, ed eccoli.
Tutti insieme. Amici che non vedo da anni, Conoscenti con cui ho solo parlato e non ho mai visto di persona, Sconosciuti con cui sarà affinità immediata. Si stringono intorno a me e devo sedermi, mi gira la testa.

Mi incanto su questo quadro, purezza e silenzio.
Dante Gabriele Rossetti che dipinge il dolore muto di un altro Dante, Alighieri, in morte di Beatrice.
Osservo i dettagli e mi vengono le lacrime agli occhi.
La gente guarda me che guardo i quadri, e cerca di carpire le ragioni del mio malessere provocato dalle tele.


Distolgo lo sguardo, e trovo un altro amico.


Dovrei vedere il resto del museo, invece resto qui, a girare in tondo.



Echo and Narcisus, Waterhouse


Scopro questo quadro, e mi sorprende e disturba il titolo. Il castigo delle lussuriose, di Giovanni Segantini. Se non leggessi le spiegazioni, se non scavassi nella vita e nelle origini dell'autore, io non ci vedrei la sterilità di donne che abbandonano il loro ruolo sottomesso. Ci vedrei la sospensione nei sogni, l'amicizia fra donne, l'abbandono. Voi?


Mi soffermo davanti al Funerale di Shelley, ripenso - ancora una volta durante questo viaggio - a lui, a Keats, a Coleridge, a Wordsworth, a Blake. Poeti amici, legati a tantissimi miei ricordi. Alle mie passeggiate solitarie al cimitero acattolico di Roma, a quando mi sedevo davanti alla tomba sua e di Keats, e scrivevo, pensavo, ascoltavo il frastuono delle cicale.
A quando aprivo l'antologia, per il gusto di leggere una poesia.

Esco dalla sala, cerco bellezza altrove, ce n'è ma non ce la faccio, torno sui miei passi, la mia sala è una calamita, mi siedo di nuovo. Respiro, catturo altri dettagli, ricordo.

 

Avevo scordato il valore dell'arte nella mia vita, di quando organizzavo viaggi ed escursioni coi risparmi di studentessa, solo per andare a vedere una mostra di Fuseli in pieno inverno a Parma, ed ecco che un suo quadro me lo ricorda.


Avevo scordato quando mi sedevo davanti a una statua e disegnavo, cercando l'angolo, il dettaglio, la piega di un vestito, un collo piegato, un braccio che sorregge, una mano che stringe.

 


Ecco, allora uscite, cercate un museo, trovate il vostro quadro, sedetevi, e ricordate mondi passati o immaginate vite possibili.

(Peccato non siano gratis in tutto il mondo come nel Regno Unito, tutta questa bellezza - e tanto tanto tanto altro - la trovate alla Walker Art Gallery http://www.liverpoolmuseums.org.uk/walker/ )






16.8.14

Ricordi di me

Arriviamo a Birmingham all'ora di pranzo, con l'idea altrui che sarà una città bruttarella e cupa.
Ci hanno consigliato i canali e poi null'altro.
A quanto pare Birmingham ha più canali di Venezia, noi ne dobbiamo attraversare uno per arrivare in ostello e più che un canale sembra una fogna all'aria aperta, boh, poi cercheremo quelli belli.

 

Siamo su Livery Street, una zona di vecchi hangar e magazzini a due passi dal centro, nel Jewellery Quarter, ma ora urban decadence come quella che piace a me, e cartelli divertenti.

Amo i muri neri decadenti e il filo spinato 


Per il momento si va in ostello, a Birmingham facciamo una pausa dal couchsurfing, l'avevamo detto prima di partire e così è stato, nessuno poteva ospitarci causa cambio date all'ultimo minuto, ci prendiamo una pausa dalla gente e un po' di riposo.
Ci aspettiamo una camerata da 12, ma l'Hatters Hostel (stanza 218) e un po' strano, la nostra stanza è un lungo corridoio, e a destra e sinistra porte-persiane, che si aprono su altre stanzette da 4 letti, ognuno con la sua presa della corrente e lucetta, quelli di sopra hanno pure la tenda.

 

Le lenzuola sono fresche fresche di lavaggio, bianche, pulite.
Amo dormire in letti appena rifatti e così ci concediamo una bella siesta.

Poi si gira per questa città di cui non abbiamo letto quasi nulla, avevamo addirittura pensato di saltarla, ma da qui partiremo in blablacar domenica, e allora è tappa obbligata.


Birmingham a modo suo mi sorprende, se guardo al di là dei centri commerciali brulicanti di persone, entri in uno, esci dall'altro, prendi un ascensore, sali, scendi, destra, sinistra, sempre più facile perdersi.
A me interessa comprare solo dei dolcetti vegani, alcune vitamine e poco più, ignoro i negozi e fotografo altro, messaggi filosofici e sprazzi di bellezza.


 

Punto di scambio libri, che mi ricorda che devo leggere di più


Il primo giorno passa con una cena a base di cibo reduced del supermercato, verdure saltate in padella in scadenza accolte con tripudio dalle nostre pance, trucidate a colpi di biscotti, panini e cibo indiano. 


Si va a letto presto, dopo aver vagabondato a caso, temendo una notte tormentata da gridi di compagni di camerata ubriachi, e si dorme e si dorme, sotto un piumino candido come se fosse inverno.

Poi è di nuovo mattina, e so cosa voglio andare a vedere.
Il Birmingham Museum and Art Gallery, dove varie sale sono dedicate ai miei amati Preraffaelliti. Il museo è gratis e io corro da loro, c'è il divieto di foto e prendo nota dei nomi di alcune opere, Dante Gabriele Rossetti, John Everett Millais, Frederick Sandys, e in un lampo faccio un salto indietro di 20 anni e sono al liceo, sui libri di storia dell'arte. Ricordo come amavo girare per musei, andare a vedere mostre anche da sola. Non lo faccio più così spesso, e questo viaggio mi serve anche a questo, a fare una lista mentale delle cose di me che mi piacevano, e che ho dimenticato.

Nel museo ci sono tantissime altre cose, un'overdose di bellezza, di cultura, di dettagli, tutto gratis, alla portata di tutti, la cultura che accomuna le classi sociali, entri, giri, leggi, trovi il quadro che ti piace di più in assoluto, e ci sei dentro, in quella storia, fra quei monti ...




Monte Civetta from Lake Alleghe Elijah Walton

... e poi puoi andartene nella meravigliosa tearoom in fondo all'ultima sala, che è quasi un premio, bravo, i tuoi neuroni trepidano, oggi invece di andare da ZaraMangoH&M sei venuto qua, a sorprenderti, a sorridere, a pensare, a mettere in moto il cervello. Ora ti meriti un po' di riposo, una tazza di tè, una poltrona comoda, facce di gente sveglia, bellezza umana dopo quella artistica.



Girando e rigirando fra edifici maestosi e sconosciuti arriviamo fino al mercato.
Affamate entriamo per sbaglio nella sezione carne e pesce, oddio noncelafacciononcelafaccio, e infine, miracolo, troviamo la zona frutta e verdura, dove un chilo di susine e un cestino di fragole non costano il solito mutuo, e sono pure buone. Ma allora si può essere vegani sani anche da queste parti!


Sulla via del ritorno svoltiamo a sinistra invece che a destra, così, perché no, il brivido della batteria dell'ipad che ci guida quasi scarica, perché guardaaaa, quella è la biblioteca, e poi continuiamo di qua ...



... e infine eccoli, i canali, quelli belli. Trovati senza cercarli.

 

E c'è ancora tempo per immaginare come sarebbe, vivere in una barchetta, perché c'era un tempo che volevo fare il marinaio, un'altra di quelle cose di me che avevo dimenticato.