30.12.13

Cosa mangia un vegano a Natale?

Da un po' di Natali a questa parte, mentre tutti ingrassavano e trangugiavano cocacola per digerire, io magicamente dimagrivo.
Qual era il mio segreto?

Essere vegetariana a una tavola onnivora.

Così mi mangiavo una mozzarellina all'inizio, e due funghetti e un carciofino, gli antipasti li saltavo quasi a piè pari, nonostante fossero vegetarian-friendly.
Niente primi, inclusa la lasagna senza carne, perché non è che io vada matta per la pasta.
Poi quando arrivava il momento dei secondi pregavo in silenzio per le anime dell'arrosto e dell'abbacchio.
I contorni, quando tutti già boccheggiavano e cominciavano a sudare freddo e ad abbioccarsi, mi vedevano impadronirmi delle insalate e brucare come una capretta e a maledire i semini di melograno che mi si conficcavano nelle gengive.


Erbivoro-Natale di qualche anno fa.

Poi però una fetta di panettone o pandoro ci scappava, e magari anche un po' di torrone.
Nonostante tutto, mentre gli altri sbottonavano la cinta, per me niente magnate, e insomma, mi ero abituata.

L'anno scorso poi, quando sono diventata vegana, mia madre arrabbiatissima (o forse preoccupatissima per la mia inculumità) non mi ha preparato niente che io potessi mangiare, niente.

Mi sono ritrovata a farmi un piatto di verdure scondito e a sentirmi incredibilmente leggera. Niente panettone, niente pandoro, centellinavo la cioccolata vegana ricevuta in regalo, un quadruccio al giorno e credevo sarebbe stata per sempre così.
Non ci capivo niente fra seitan, tofu, mopur, formaggi ed insaccati vegan e compagnia bella.
Anzi diciamo che ero proprio all'oscuro dell'esistenza di alcune cose.

A Natale 2012 ero l'unica persona in tutto il circondario che di mattina faceva le flessioni.



Natale dietetico 2012

Ma in un anno le mie vegaconoscienze si sono moltiplicate.
Stavolta ho viaggiato con la valigia carica carica di cibarie.
E arrivata a Roma ho trascinato mia madre da Natura Sì, aperto nel mio quartiere (Garbatella) proprio pochi mesi fa.

Lei come al solito aveva preparato il men, scopiazzando e cambiando quello dello scorso anno.
Io ho approfittato del caos natalizio per correggere di qua, tagliare di là, sostituire di su e ridurre di giù. L'ho seguita al supermercato normale, togliendo mozzarelle e mayonesi dal carrello, e giocando sul questo l'ho portato io, mica se ne accorge nessuno, vedrai che quest'anno non ti viene una colica.

E così è stato.
Niente coliche, niente avanzi da buttate, niente che sia andato a male, nessuna sensazione di scoppiare/esplodere/sbombardare, nessun abbacchio sacrificato.

Il nostro menù, quasi al 100% vegano (l'anno prossimo mi informo prima sulle sfoglie per la lasagna senza uovo e la carne macinata veg la porto io, che a Murcia c'è, e poi cerco altri antipasti che ci aiutino ad eliminare la fetta di prosciutto crudo e la mini mozzarella, e poi porto o rimedio il tonno vegano, che esiste cari lettori, esiste), buonissimo e leggero, è rappresentato - in parte - da queste foto.


E mentre tutti gli altri anni osservavo gli altri mangiare e ammiravo la mia pancia piatta allo specchio, quest'anno ho scofanato anche io, ho provato tutto TRANNE l'insalata.

Ecco, questo per dire che un Natale tradizionale è possibile anche con ingredienti alternativi, che ormai c'è proprio di tutto, che magari questi prodotti costano un po' di più, ma sono tutti di ottima qualità, sono comunque per un'occasione speciale e dopo un paio d'ore tutto digerito, panzona scomparsa e BUON NATALE.

Ah, poi oltre a non far ingrassare, il cibo vegano a quanto pare fa crescere. Da quando sono arrivata 3 persone diverse mi hanno detto che sono cresciuta. Sarà che ho solo 12 anni e mezzo, come dice/pensa la mia nipotina Eleonora, e quindi sono in piena fase di crescita.


24.12.13

Una carrellata di oscenità

Sono a Roma, a casa dei miei, e nella mia vecchia camera cercavo cose da scambiare, perché ormai la mia vita come sapete si basa sul baratto, oggetti che non uso più in cambio di frutta e verdura o cose varie per la casa.

Forse succede a tutti gli expat, la loro cameretta rimane intonsa e a un certo punto, mettendo a posto a PasquaNataled'estatedipassaggio ci si ritrova con una serie spaventosa di oggetti oscenità, alcune ricevute in regalo, altre volontariamente comprate, altre raccattate qua e là per il mondo.

Se eruttasse un vulcano, stile Pompei, i posteri sotto le macerie della mia della mia stanza di adolescente troverebbero:

1) lo spermatozoo-alcolico, pratico contenitore di shot di alcool a piacere (originariamente Baileys) ricevuto in dono dalla mia amica Ceci, simbolo di notti all'insegna della follia. C'è da dire che il Baileys l'ho svuotato nel lavandino l'anno scorso, stagionato di 20 anni.


2) La canottiera con reggiseno con il ferretto incorporato, regalo di mamma negli anni '90. Mia madre all'epoca mi regalava pure i wonderbra, e io che ero una gran sisona, dovevo levare tutte le imbottiture, e non mi guardava più nessun maschio in faccia, dato che a quei tempi andavo in giro parecchio scollacciata.


3) Mutanda a vita alta. Semi contenitiva. Da abbinare a jeans a vita alta. Coscia lunga, tronco corto. Insomma, ero un mostro deforme.


4) Accozzaglia di libri, senza nessun ordine né coerenza. Io-leggevo-Paulo-Coelho. Ecco, l'ho detto. Ora 5 minuti di vergogna all'angoletto. Fra gli altri anche un'abbondanza di Susanna Tamaro, Isabel Allende e vari libri di autoaiuto che mia madre mi regalava, non so perché.


5) Collezioni tematiche: vanno per la maggiore quella delle cose gattose e quella delle cose paperose. Vasi, tazze, piatti, soprammobili, ninnoli, quaderni, libri. Io ho smesso di collezionare tanti anni fa, ma continuo a ricevere new entry che hanno invaso ogni angolo delle librerie. Miao miao, qua qua.


6) Gli occhiali che portavo alle medie. O-S-C-E-N-I. Poi uno si chiede perché non mi si filava nessuno. Menomale che poi è arrivato il wonderbra, così almeno non mi dovevano più guardare in faccia.


7) Spray al peperoncino, illegalissimo, che mia madre mi aveva infilato furtiva nel bagaglio a mano quando mi ero trasferita in Scozia nel 2002. A quei tempi nel bagaglio a mano ci si poteva ancora ficcare di tutto, acqua, creme, shampoo, coltelli, bombe farcite, bombe a mano.
Mai usato fortunatamente. Mamma ha detto che se non lo uso se lo mette lei in borsetta. Poi finisce che un giorno se lo spruzza come lacca.


8) Gadget regalo ottenuti grazie alla mia ventennale fedeltà a Topolino. Anche a quei tempi sapevo già che una bella bussola incorporata nell'orologio avrebbe fatto al caso mio, nella mia vita da expat.
Poi ora che ci penso è da un po' che non porto l'orologio, mi si è rotto, che dite, rispolvero questo modello?

9) Altro che cellulari, microfoni, internet. Ai miei tempi si scopiazzava dai fogliettini, dal compagno di mango, o dai manabili! Io questo me lo ero comprato per gli esami di maturità scientifica, non l'ho usato, perché ero una secchiona e non copiavo, ce lo avevo per tranquillità mentale.
Poi mi scrivevo pure le parole chiave sul bordo delle scarpe e sulle gambe, i vantaggi di non avere peli.


10) Io ero una brava bimba che non fumava, beveva o diceva parolacce.
Però i fine settimana bazzicavo per i centri sociali e rave, indossando questo capo trionfo del trash, che mi faceva passare inosservata. Ogni tanto, mentre ballavo, veniva qualcuno a chiedermi se avevo un bambi arcobaleno, o un unicorno viola, o un blue dream, o un red angel, e io ignorante non capivo che mi scambiavano puntualmente per una spacciatrice, e rispondevo che da piccola non mi avevano mai comprato neppure il mio mini pony.
Ecco, questo fantastico giubotto è in vendita o accetto in cambio un paio di camicie da notte felpatone, che non ho più l'età.
A scavare nei vostri armadi, voi che ci trovereste?

19.12.13

Faccio outing

È arrivato il momento di raccontarlo.

A luglio così inaspettatamente è sbocciato questo amore.

Io volevo P., pensavo a P., ci speravo.
Diverso da ciò che avevo sempre amato, mi portava fuori, all'aria aperta, e io avevo riscoperto il mio amore per le cose semplici e genuine.
Non sapevo vivere senza P., ci incontravamo furtivi a pranzo e a cena.

Ad agosto il timore che non ce l'avremmo fatta, per la distanza, perché io per un mese non ci sarei stata, perché le relazioni come questa hanno bisogno di attenzioni giornaliere, soprattutto all'inizio, quando è tutto luminoso, in fiore, ma allo stesso tempo fragile.

A settembre poi la sorpresa.

Non era P. che volevo, era Z.
C'era sempre stata.
Lei era lì.
Mi aveva aspettata tutta l'estate.

Ho piantato P. e mi sono ritrovata con Z nella mia vita.

Di cui non sapevo nulla, di cui un giorno mi dicevano una cosa e il giorno dopo un'altra.
Lei, con i suoi fiori gialli, lei che cambiava con me.
Lei che a volte non la capivo, pareva volesse fuggire dalla finestra, scappare, crescere per conto suo, e io non sapevo che fare.
Lasciarla libera di arrampicarsi su questo spinoso-mondo-cactus e magari cadere?
Tarparle le ali, costringerla a restare con me?

Alla fine ho capito che ciò che voleva era solo un po' di tempo, e attenzioni.
Il mio, le mie.

Ho capito che le piaceva essere coccolata presto presto di mattina, che le piaceva prendere il sole pigra mentre io armeggiavo sul balcone.

Però dentro di me sapevo che questa passione sarebbe finita prima o poi, questo amore caldo e inaspettato non sarebbe sopravvissuto all'inverno.

Già per Halloween avevo pensato che era finita, ma avevo fatto finta di niente.
Mi chiedevano: ma allora che farai con Z.? Non avevi detto che era ora ... ?
Ma non eravamo pronte, lei non era abbastanza matura, dovevo aspettare.
E Z. era rimasta, la decisione non l'avrebbe presa lei, lo sapevo.

E invece no, alla fine il destino ha voluto diversamente.
Z. viene a Roma con me, a conoscere i miei genitori.

.
..
...
....
.....

Z. è la zucca che cresceva da luglio sul mio balcone, quando pensavo di aver piantato il P-eperone. E oggi l'ho amorevolmente raccolta, lavata e me la porterò a Roma, perché è il mio primo amore verde, beh, arancione, è insomma, mamma, pensa a una ricettina.





17.12.13

10 o 100000?

Raccogliendo l'invito di Valentina wonderwoman, che ieri ha scritto un post (questo) con le confessioni di una expat, ecco a voi anche il mio top ten dei miei terribili insulti all'italianità e all'umanità tutta comportamenti bohemienne da quando sono all'estero.

Ormai non vivo in Italia da secoli, e ripenso a Zia Fiorella che quando tornava in Italia dopo tanti anni in Canada non diceva più sugo al pomodoro, ma salsa di tomato, e a zia Fernanda, che dopo aver vissuto tanti anni in America parlava di basement stores, di scrap books e di altre cose che nessun altro capiva, finché negli Stati Uniti non ho cominciato a andarci (e poi viverci) io.

Dunque confesso, per mia colpa, mia colpa, mia grandissima colpa che:

1) Quando vivevo in Scozia mangiavo Spaghetti Hoops o Loops, che all'epoca costavano 8p (tipo 10 centesimi) e ora (li ho rivisti quando sono andata a Glasgow ne costano tipo 20) e ci ho fatto un pensierino. Riru, tu te li sei mai mangiati on a toastie?



2) Dato che vivo nel deserto spagnolo, il riscaldamento a casa non ce l'ho. Qua fa freddo solo un mesetto all'anno e allora mentre in inverno la mia mise è quella che avete già visto altrove e che ripropongo ...


3) ... in primavera mi capita di scordarmi di guardami i piedi prima di uscire e di andare in giro (e a lezione) così.


4) Soprattutto quando vivevo negli USA, in un'Università dove ero l'unica vera italiana, fingevo di aver comprato tutto il mio strepitoso guardaroba in qualche ganzissimo e costosissimo negozio italiano, quando invece erano cose comprate al mercato in Spagna,  a Portaportese a Roma e da Walmart, a due passi dal Campus. Eppure tutti mi dicevano che eleganza, che sexy, si vede che sei italiana. La rinomata giaccobesa risale a quei tempi.


5) anche io ho ceduto al fantomatico ananas sulla pizza e alle pizze surgelate. In Italia non le avevo mai mangiate, anzi secondo me neppure esistevano quando ancora vivevo nel bel Paese. Mi ricordo infatti esattamente il giorno (dicembre 2000) in cui ho comprato la mia prima pizza surgelata in Spagna e mi sono resa conto che non era così male. Ora fortunatamente la pizza surgelata non la mangio più, perché sono vegana, ma in realtà giusto l'altro giorno ne ho adocchiata una al negozio vegano, con dei bei pezzi di ananas sopra. Gnam gnam.

(Per me senza prosciutto, né formaggio, por favor)

6) Inventarsi storie romantico rocambolesche folcloristiche sull'origine dei cibi italiani è diventata per me un'arte. Quando a Granada lavoravo in un ristorante italiano, il dolce più caro che avevamo era il tiramisù e io per venderlo dicevo agli aitanti maschioni spagnoli che era il dolce che mangiavano i calciatori italiani e addirittura Rocco Siffredi (che in Spagna è parecchio famoso).

 7) Ho cominciato a spacciare per ricetta tipica qualsiasi piatto di pasta io prepari. Da un'italiana tutti si aspettano due cose: che sia tettona come Monica Bellucci e che sappia cucinare.
E così la pasta con le verdure a casaccio l'ho battezzata 'pasta qualsiasi' o in spagnolo 'pasta cualquiera' e quando qualcuno la vuole, me lo chiede così, me preparas una pasta cualquiera? Contemporaneamente mi sono però abituata a vedere la pasta galleggiare nelle pentole di casa altrui per 15-20 minuti e non battere ciglio di fronte a piatti di spaghetti collosi coperti di ketchup, o peggio, di tonno, formaggio scadente e uovo sodo a pezzetti e una spruzzatina di origano.

8) Ho cominciato a girare i supermercati di tutto il mondo - sì, sì, pure quando sono in vacanza - , e con occhio critico scrutare gli scaffali vicino agli assorbenti alla ricerca di sapone intimo. Che poi io all'estero non l'ho mai comprato, me lo sono sempre portato dall'Italia. E a parlare di bidet con altri italiani expat, come gli inglesi parlano del tempo.

9) Quando insegnavo italiano, io che in generale non ascolto musica e men che mai musica italiana, ai miei poveri studenti facevo ascoltare (in chiave didattica, sia detto) com'è bello far l'amore da Trieste in giù, Marco se n'è andato e non ritorna più e, tragedia delle tragedie, Anna viviamo di Marco Masini. Non contenta mentre ascoltavamo le canticchiavo pure.

10) Dulcis in fondo, da quando sono all'estero scrivo, e da due anni bloggo, e allora tutti i giorni, zitta zitta, butto un occhio alle stats del blog e vedo che proprio oggi e proprio questo post mi porterà alle 100000 visite e mi chiedo, ma chi sarà questa gente che legge tutte le baggianate che scrivo?

8.12.13

gLASVEGAnS

Non mi ricordo perché mi sono iscritta a un gruppo facebook di vegani in Scozia.

Forse perché l'idea che frulla in una parte del mio cervellino è comunque di tornare qui a Glasgow prima o poi, forse perché volevo chiedere consigli su prodotti da comprare quando vengo in trasferta, fatto sta che appartengo a questo gruppo i cui partecipanti sono in maggioranza belli(e) in carne, perché in Scozia le schifezze per vegani abbondano e questi non fanno altro che parlare di torte e cioccolate e dolci e patate fritte e riuniamoci per scofanare.
Che poi io lo faccio anche a Murcia, ma non a questi livelli.

In ogni caso, lo scorso anno quando era venuta in toccata e fuga c'era un vegan meeting proprio il giorno che ripartivo, e quest'anno pure e me lo perderò. Però quest'anno c'è stato tempo per un incontro vegano e per scoprire un ristorante che mi ha fatto venire voglia di smettere di fare la prof. e darmi pure io al settore della ristorazione.

Il facebook-vegan-incontro è stato con Carlo, che ho conosciuto proprio sul gruppo facebook. Non mi ricordo come o quando, ma essendo tutti e due nati in Italia e finiti in Scozia - lui ci vive ancora -, abbiamo fatto tipo comunella, e poi siamo diventati facebook amici, e dopo tanti like alle reciproche foto, chiacchiere e scambi di info, era insomma ora che ci si conoscesse.

Ecco, c'è tanta gente che critica facebook e io penso che non sappiano usarlo, perché con un po' di buon senso e un po' d'occhio si possono conoscere persone interessanti, che poi quando le vedi in carne e ossa si salta la fase dei convenevoli e si passa direttamente a ma tu come sei finito qui, tu come sei diventata vegana, ordiniamo altre chips?

Insomma, mi rincuora pensare che se tornerò da queste parti ci sarà qualcuno che condivide il mio amore per la frutta, e che però a volte si concede una mangiata, e che ama e odia la Scozia come io amo e odio la Spagna, perché delle volte la voglia di viaggiare e di essere altrove ci fa odiare la quotidianità che ci trattiene.

Con Carlo siamo stati a cena (e poi io ci sono pure tornata a pranzo oggi) in questo posto qua, http://www.the78cafebar.com/, che da fuori - e pure da dentro a dire la verità- chi lo direbbe mai che è un ristorante vegano.

E invece sì, il menù è 100% vegano e l'atmosfera è accogliente, con il caminetto che scoppietta, i divani blu, il pavimento di legno annerito da centinaia di scarpe bagnate, le sedie di legno tutte diverse, i cani benvenuti, le famiglie coi bimbi e anche dei barbutissimi settantenni, i bagni con le scritte dietro le porte, i finestroni rigati di pioggia, le luci basse, e un menù che fa immaginare un mondo migliore, in cui tutti, chi lo direbbe mai, potranno diventare vegani e godersi la pace di questo posto e i suoi burger e torte al cioccolato (e un sacco di altre cose, che mi toccherà per forza tornate per provarle tutte).








L'Arancia meccanica

Glasgow la conosco come le mie tasche.

Perché quando ci vivevo la sterlina valeva 3000 lire e allora io per risparmiare andavo sempre a piedi, alla ricerca di offerte 'reduced to clear' dei supermercati, che a una certa ora i vari SainsburyTescoAsda vogliono sbolognare pane, dolci, panini, insalate e bustine di mini chicchi d'uva o mele nane affettate e allora ci appiccicano un adesivo giallo e un prezzo ridicolamente basso ed è la gara fra studenti poveracci e non solo, a vedere chi arrafferà la zuppa di carota e coriandolo (mi giro due secondi ed è scomparsa) o il panino uovo ed erbette (ne andavo ghiotta, ma ora non sono 'suitable for vegans).

A Glasgow ci torno, anche se - e proprio perché - la conosco come le mie tasche, quando ho bisogno di riposo, di non fare la turista, di gironzolare senza perdermi, di freddo in inverno - perché a Murcia in classe mi tocca accendere ancora l'aria condizionata in classe - e perché è la casa del mio cuore.

Ci torno dopo settimane in cui la mia vita è casa lezione casa e zero blog e ho bisogno di ricordare che c'è altro oltre alla me-prof terrore fonetico degli alunni spagnoli, che pronunciano hustle e asshole allo stesso modo.

A Glasgow - e in Scozia in generale - 2 giorni fa il vento si portava via la gente e addirittura i camion, ma ieri quando il mio aereo è atterrato senza neppure i soliti Ryanbalzelli c'erano le nuvole, ma neppure la pioggia e la mia giaccobesa l'avrei potuta pure portare senza ripieno.

E dato che Glasgow la conosco, da brava non turista corro subito al supermercato a fare incetta di flapjacks che in Spagna non li posso più ordinare e me li sogno di notte e di giorno e mi godo le luci natalizie e frasi rubate di accento tutte rrrrrr.

Poi è sera di vegan-incontri (che però meritano un post a parte) e per una volta faccio un'eccezione alla regola di 'a piedi sempre e comunque' che conoscono bene quelli che mi sono trascinata dietro in questa città, facendoli scarpinare con la scusa di è vicino, alla fine di questa (interminabile) strada (che tu non lo sai ma continua dritta fino a quando Glasgow non è più città, ma zona di guerra e coltelli).

E quest'eccezione la faccio perché sono curiosa di prendere la metro, che a Glasgow è una sola linea, circolare, e la avranno fatta magari per gli ubriaconi, che dove la prendi la prendi non ti sbagli, e prima o poi arriverai comunque alla tua fermata.

E io pure mi sono bevuta una pinta e allora penso sia quello che me lo fa sembrare così piccolo 'sto trenino, ma no, è proprio così, se sei alto non c'entri, e se soffri di claustrofobia evitala.

Perché l'Arancia Meccanica, come la chiamano http://en.wikipedia.org/wiki/Glasgow_Subway , pare piuttosto un salottino/sala di attesa di un medico di famiglia in un paesino, si sta tutti seduti vicini vicini sulle panche vellutate, e gli ubriaconi del dopocena superano la proverbiale timidezza e diventano amici per la pelle in 3 fermate.

E c'è pure quella che trova sul suo sedile una confezione di un test di gravidanza, decide di annunciare scherzosamente che è incinta, e giù gente a farle foto e a mandarle baci.

Perché i Glaswegian sono così, sono i mediterranei del nord, e si vede che fremono per parlare, darti un consiglio, farsi una risata, dirti cheers, all right mate, nye bother. E io mi innamoro di tutti, dei panzoni, degli spilungoni, di quelli in maniche corte a 3 gradi, di quelli coi tatuaggioni e il collo che nemmanco Conan il barbaro, e come sempre mi scordo che di solito vivo altrove e che un altrove esiste.







22.11.13

La giustizia che non c'è

Non parlo mai di mia sorella perché non abbiamo un rapporto stretto.
Non che io ne sia felice o lo abbia voluto, ma a volte le cose vanno così, e a un certo punto è praticamente impossibile tornare indietro, rimediare, cambiare rapporti fossilizzati.
Così lei non sa nulla della mia vita e io della sua so dei suoi cani e dei suoi gatti, che poi dedicandogli 365 giorni all'anno sono praticamente la fetta principale della sua vita, e quando a questi animali succede qualcosa, allora tutto il resto va in frantumi.

Ieri la (in)giustizia italiana ha deciso di giocare con la vita di una persona e dei suoi animali, ieri un magistrato ha stabilito che 4 anni potevano essere cancellati con un colpo di spugna, ieri dei carabinieri beffardi hanno goduto a mandare in scompiglio il sogno e le fatiche di mia sorella.

Non voglio scriverne di più io, non ne ho nessun diritto, sono stata nel suo canile poche volte, ho fatto qualche donazione, ma nulla più.
Però credo che storie come questa vadano diffuse, e che sia necessario riflettere su come accettiamo di vivere e cosa scegliamo di ignorare.

Vi lascio le sue parole, e vi prego di diffonderle.
Perché ora quei cani e quei gatti hanno bisogno di famiglie, di case, di sollievo, di dimenticare che in Italia sono considerati oggetti e possono essere restituiti a un'aguzzina che li farebbe morire di fame.

------- http://www.lunadiformaggio.com/la-giustizia-non-esiste-e-io-ho-perso-tutto/
E sarò ripetitiva e forse noiosa.
Ma un mal di testa che non mi lascia da stamattina, il digiuno forzato e soprattutto la tanta,tantissima rabbia, non mi permettono di essere lucida.
Ma devo scrivere.
Perché a gennaio di 4 anni fa mi è stata affidata la custodia giudiziaria di un canile a 60 km da casa mia.
Un canile che seguivo dal 2003.
Un canile sequestrato – per abusivismo, maltrattamento e detenzione incompatibile – ad una maledetta pazza a cui era stato sequestrato a livello amministrativo già tantissime altre volte in precedenza.
Una pazza che faceva mangiare i cani ogni tre giorni, che non li faceva mai uscire, che ne teneva 200 in un posto dove 20 erano già troppi perché altri 200 posti erano occupati dai topi.
Perché da quel giorno la mia vita è cambiata.
Ho perso due lavori e ho perso la serenità.
Perché da quel giorno, tutti i miei giorni sono stati con loro.
Cani e poi gatti.
Dal lunedì alla domenica.
A Natale, a Pasqua e Ferragosto.
Non un giorno di pausa, ferie..di non mi va o mi sento male.
MAI.
Però avevo vinto loro, i miei animali.
Quelli che avevo visto nascere e crescere in quel lager.
Quelli che con fatica, tantissima fatica, avevo cercato di recuperare fisicamente e psicologicamente.
Avevo vinto la loro rinascita, i loro progressi, la loro fiducia.
Avevo vinto ogni volta che uno di loro aveva trovato casa.
Avevo vinto perché di quei cento ne erano rimasti dieci.
Ma oggi ho perso tutto.
Oggi tutto questo finisce.
Perché stamattina alle 8, i carabinieri di Montelibretti, con uno strano senso di soddisfazione, mi hanno comunicato che IL MAGISTRATO INCARICATO HA DISPOSTO IL DISSEQUESTRO PER DECORRENZA DEI TERMINI E CHE LA STRUTTURA E I CANI VENGANO AFFIDATI NUOVAMENTE ALLA VECCHIA PROPRIETARIA.
E allora non mi tengo più.
Perché ho passato 4 anni di una vita infernale in un posto senza acqua potabile e servizi igienici.
Perché ho subito proposte oscene e avances dalle forze dell’ordine.
Perché ho subito lo stalking dell’unica famiglia che abita vicino al canile e che negli anni precedenti aveva avvelenato 30 cani.
Perché mi è stata affidata una struttura e SONO STATA LASCIATA DA SOLA.
Perché ero io e loro.
Perché all’inizio ho provato a chiedere aiuto..asl vigili forestale.
NESSUNO C’E’ MAI STATO.
Erano i miei soldi, la mia fatica, la mia voglia di farcela.
Era ed è stata una lotta persa in partenza.
Perché la vecchia, nonché attuale proprietaria è stata libera nel frattempo di aprire un’altra struttura abusiva, in un posto senza acqua ne’ luce.
Perché io l’ho denunciata nuovamente e niente è stato fatto.
E ora lei si riprende tutto.
E non me ne frega niente di quel posto schifoso che spero sparisca stanotte sommerso dalla piena.
Ma la rabbia e il dolore che sto provando per i miei animali non si può spiegare.
In un solo giorno ho dovuto portare via tutto e tutto per evitare che ritornassero nelle mani di quella maledetta pazza.
Perché i gatti e 12 cani sono al sicuro a casa di amiche.
Ma 5 cani li ho dovuti trasferire in una pensione a pagamento.
E i loro occhi terrorizzati al buio e sotto al diluvio non li dimenticherò mai.
E non mi perdonerò mai di avergli fatto questo.
Perché sono i più anziani e avrei dovuto e voluto tutelarli e tenerli con me fino alla fine dei loro giorni ma mi è stato impedito.
E ora, vi prego, di non sommergermi di domande.
NON C’E’ NIENTE DA FARE, QUESTA E’ LA GIUSTIZIA ITALIANA.
Ormai la situazione è questa.
Devo solo sbrigarmi a trovare una sistemazione definitiva a tutti loro perché non posso abusare della generosità delle mie amiche ma soprattutto non posso permettermi di pagare dei vitalizi.
IO RIVOGLIO CON ME I MIEI ANIMALI CON ME OGNI GIORNO!!
E quella pazza maledetta della signora FRANCOISE V.e quell’idiota di finta volontaria mitomane che ancora la aiuta, devono morire!!!!!!!!!!!!
Voglio ringraziare tutte le persone che oggi hanno ricevuto la mie telefonate disperate e che si sono subito attivate.. grazie Eleonora, Cristina, Tiziano, Alessandra, Silvia.
Grazie a Federica che è stata con me da stamattina.
Grazie a Simona che mi ha aiutato a trasferire tutti i mici e gran parte dei materiali.
Grazie a Barbara, Karim, Cinzia e Antiniska che non hanno esitato un attimo e ora ospitato 12 dei miei cani.
Grazie a Isabella e Mizzy che sono accorse in serata per accompagnare i miei cani in pensione.
E grazie soprattutto al mio autista perché io non lo so nemmeno chi ringraziare se non il destino che me l’ha fatto incontrare 4 anni fa.
Vorrei scrivere molto altro perché la storia non si può racchiudere in poche righe.
Mi scuso con quanti mi hanno chiamato oggi e a cui non ho risposto.
Domani sarò ancora in canile per portare via le ultime cose.
E poi non so che ne sarà di me.


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DIAMO VOCE A CHI NON PUO' PARLARE!!! FACCIAMO CONOSCERE A CHIUNQUE LA STORIA DI NINA E DEI SUOI CANI, L'INGIUSTIZIA SUBITA E LE CONSEGUENZE...NON DEVE ESSERE L'ENNESIMO CAPITOLO CHIUSO COME SE NULLA FOSSE.
FACCIAMO LA DIFFERENZA!!

STAFF LDF

17.11.13

È arrivato ...

Lo aspettavano tutti.

Ci si chiedeva ma dov'è I, com'è che non arriva I, si sarà perso I, forse Murcia non gli piace a I.

In realtà I è ritardatario, è sempre la stessa storia.
Non avvisa, poi si presenta, rimane per tre giorni, quando uno non è nemmeno preparato ad accoglierlo, quando uno non ha neppure una coperta in più, e poi quatto quatto se ne rivà e si ripresenta sua sorella E.
È un vizio di famiglia, e questo andirivieni scombussola tutti.

Che per carità, io preferisco E, andiamo più d'accordo.
E più allegra, le piace stare fuori, a bersi una birretta e guardare la gente che passa.

Però ecco, mi piacerebbe che quando I arriva ed E se ne va, venisse A di passaggio, chessò, due settimane. A mi piace, è un artista. Però si vede che a Murcia non trova proprio i materiali che gli servono, andiamo scarsi di colori da 'ste parti, così A ci snobba, lo vediamo solo in foto, che gira per altre città e Paesi, a fare bella mostra dei suoi gialli ed arancioni e rossi intensi. Mi manca A, in Slovenia eravamo proprio amici, anzi devo dire che ero un po' innamorata di lui, e come una stalker lo seguivo e lo fotografavo.

E così il balletto e viavai di I che viene ed E che se ne va, bisogna correre ai ripari e ...





Fase 1: Procedere al raccolto, perché il caro I(nverno) ha portato delle gelate che hanno stroncato la mia pianta di pomodorini cherry e non vorrei che mi ammazzasse anche i peperoncini, che ormai li metto da tutte le parti, perchè secondo me ogni esperimento culinario riuscito male si può risolvere con passata di pomodoro e 3-4 peperoncini e nun se butta gnente.

 
Fase 2: Darsi alle zuppe-minestre-buttiamo in pentola ndocojocojo.
Sono la mia specialità e adatte solo al mio stomaco di amianto di vegana livello 147alfa/k2/(89).
Apro il frigo, butto un occhio, arraffo, taglio veloce veloce, butto in pentolone e in 20 minuti il pranzo è pronto. Per non so quale ragione questi calderoni di accozzaglia di verdure piccanti al pomodoro fanno meraviglie per me. Mi sento come Popeye quando ingurgitava i suoi chili di spinaci.
Volete assaggiare?




Fase 3: recuperare dall'armadio la collezione inverno-senza riscaldamento in casa 2013-2014.
Il trionfo del sexy. Camicia da notte felpata sopra pantaloni del pigiama felpati, messi dentro ai calzini pelosoni. Manca la vestaglia, capo fondamentale del vestiario in terra ispanica (di cui ho già parlato qui http://nonsipuotornareindietro.blogspot.com.es/2012/07/sexy-no-grazie.html)



Fase 4: aumentare il grasso corporeo preparando dolci che riesco a mangiare solo io.
Credo che dovrei davvero donare il mio stomaco alla scienza. Questo dolce, che sembra davvero buono, profuma ed è soffice soffice, me lo sono mangiato tutto io da sola, perché la combinazione yogurt di soya al limone, banana maturata fino a diventare liquida, cocco grattuggiato, uvetta, semi di papavero e succo d'ananas (oltre alla farina e il lievito) non ha riscosso molto successo. Invece alla fine a me è piaciuto, forse perché se qualcosa di cucinato ha meno di 7 ingredienti il mio stomaco/tritatutto non è felice.

 
Fase 5: fare il pieno di vitamine. Questo è più che altro un consiglio per voi altri, che a me le vitamine escono dalle orecchie. Però ora ho un contatto diretto con un contadino che produce davvero tutto biologico, e questo primo ordine è stato gratis, per provare i prodotti del suo orto. `
Ne è venuto fuori un risotto di zucca (preparato dal ragazzo di Dolcevita, che io non le faccio queste cose), dei bei frullati di mela, una cena al cinema a base di riso e broccolo che ha impuzzolito tutta la sala, insalatone, sedano ovunque e la scoperta che l'aglio con la rucola sottolio non mi risulta indigesto.
 
Ecco, insomma, come sempre se magna, se beve e se dorme (poco).
E, come sempre, avrei bisogno di un altro fine settimana per fare tutto ciò che avevo pensato di fare questo fine settimana. Chi mi vende un po' di tempo in cambio della ricetta segreta delle zuppe ndocojocojo?
 

 
Indovina chi è vegano!

2.11.13

Magna Magna


Altra settimana densa di cose da fare e di eventi memorabili.
 
Tipo che Dolcevita è diventata davvero vegana, per osmosi e allora tocca festeggiare!
E io cerco di preparare una frittata senza uova, con la farina di ceci, e viene fuori una mezza schifezza ... ma cosa mai non si potrà risolvere e rendere mangiabile aggiungendoci un po' di passata di pomodoro, un po' di olive nere e spezie varie?
 
C'è anche del fantastico tonno vegano, che credo sia la veganità più schifosa provata finora ... a meno che non vi piaccia ficcarvi in un camino e mangiare cenere, perché il sapore era quello, di fumo, di inverno, di ciocco di legno che scoppietta, di brace.
E se fosse un odore sarebbe pure bello, ora che anche a Murcia pare che sia arrivato il fresco, ma come sapore lascia un po' a desiderare, e ora abbiamo scoperto come sarebbe sbaciucchiare uno spazzacamino.


Poi ci sono le mie armi di difesa contro le composizioni antigrammatica dei miei alunni.
 
Agli attrezzi McGyver si è aggiunto un coltellaccio coatto, e li tengo nell'armadietto al lavoro, insieme ai calzini di ricambio (perché una volta tanti anni fa si è allagata Murcia e io sono stata coi calzini bagnati tutto il giorno e mi sono ammalata), con le scorte di uvetta, il deodorante e lo spazzolino ... ed effettivamente ora che ci penso le mie classi, che solo un mese fa erano popolate da 20-25 alunni, ora si sono ridotte alla quindicina scarsa.
 
Semino terrore grammatico-fonetico.


Nonostante tutto eccomi qua, spledida splendente sul giornale, proprio un giorno che avevo i capelli stile Re Leone e li dovevo tenere su scompigliati con il mollettone. E una maglietta vecchiotta, e le scarpe che sembrano ciabatte, insomma, come sono tutti i giorni, e anche se me lo avessero detto prima non è che sarebbe cambiato molto. Invece il fotografo è arrivato all'improvviso, mandato dalla mia capa proprio nella mia classe, chissà perché, ed ecco i miei 5 minuti di fama.


E poi ieri, la Giornata Mondiale dei Vegani.
L'anno scorso per questo ponte ero in viaggio per il sud, ma quest'anno non c'è stato tempo di organizzare nulla purtroppo, ma almeno abbiamo festeggiato questa giornata speciale in compagnia.


Io e Dolcevita abbiamo cercato di farci una foto come tutte le ragazze dotate di tecnologia all'ultima moda, riflesse nello specchio del cesso. Si vede però che non siamo esperte, sembravamo contorsioniste vegane sotto lo sguardo esterrefatto della carnivorissima coinquilina numero 3, che invece è un'esperta di questo tipo di foto. Veganizzare lei sarebbe una mission impossible, stamattina sono stata letteralmente svegliata dalla puzza di salsicce fritte che si è pappata a colazione. Ma grazie a noi ha scoperto cosa sono i peperoni, i ceci e le lenticchie, dunque mai perdere le speranze.


Poi abbiamo pure deciso che è arrivato il momento di farci un tatuaggio con inchiostro vegano, io pensavo alla parola Vegan e Dolcevita voleva giusto una cosina semplice semplice per decorare il dito anulare. Che ne dite?


               (Mamma e madre di Margherita, sono disegnati con il pennarello, non vi fate venire un coccolone)
 
Infine, anche se non in ordine cronologico, questa settimana è stata segnata da due picnic al centro commerciale e due ritorni notturni dal cinema a piedi dopo aver visto film che in questo momento non ricordo.
Dolcevita ha scoperto il magico mondo degli hamburger vegani già pronti, con pane e salsette, da riscaldare al microonde.
E vi chiederete allora: ma il microonde dove lo trovate?
 
È semplice, nella sala de lactancia, cioè la stanzetta per le madri che allattano o che devono riscaldare cibo per il pargoli,  che è annessa a ogni bagno nel centro commerciale dove si trova il cinema. Quando si è vegani tocca ingegnarsi!  Lì ci intrufoliamo quatte quatte e ne usciamo con la cena pronta: burger e addirittura una specie di cous cous vegano, trovato in offerta serale all'altro centro commerciale. Il tutto accompagnato da buonissimi yogurt di cui abbiamo fatto una scorta che ci durerà fino a Natale. Apparecchiamo nella saletta relax del centro commerciale, e magna magna.
(Cara signora madre di Margherita, come vede sua figlia non patisce la fame, anzi!)
Per concludere cronologicamente, ieri per festeggiare la giornata veganamente, ci siamo riuniti con altri 8 vegani, per pranzare insieme al ristorante.

 
(Dolcevita dice che l'ultima foto sembrano due occhi, di cui uno strizzato ...)
 
Ecco, giusto l'altro giorno una ragazza mi ha invitato a partecipare a un'iniziativa sul suo blog su consigli per dimagrire, diete, robe light etc etc. Credo di non essere la persona giusta, dato che sta settimana pare che non abbiamo fatto altro che MAGNÀ!

27.10.13

Questione di tempo

Oddio, ma è domenica,
Come è potuto succedere?

A casa abbiamo uno schema coi turni delle pulizie e su ogni quadratino, invece di scrivere semplicemente fatto, non fatto, toccava a te, brutta lurida, scriviamo frasi riassuntive sulla nostra settimana prepulizie: amori, disamori, chili persi, chili presi, studio, lavoro, :-) e :-(

Il momento clù di questa settimana per me è molto dibattuto:

- ho barattato delle spillette comprate in gioventù negli Usa e una specie di portacenere tascabile comprato in Scozia (che io usavo come porta dolcificante che però non uso più) in cambio di due fantastici cacciaviti e un martello per fare onore al mio secondo cognome, che per chi non lo sapesse è McGyver! Come diceva la canzone Datemi un martellooooo ...

 
- sono andata al cinema con Dolcevita (Margherita, la coinqui) a vedere un film bello, 'Una cuestión de tiempo' in spagnolo,  nelle altre lingue non lo so, che in realtà a livello di storia d'amore non è che sia proprio una roba onesta (OCCHIO SPOILER!) perché il tipo torna indietro nel tempo a cambiare i suoi errori per piacere a una tipa, che poi diventa sua fidanzata e moglie. (FINE SPOILER).


Però tutto sommato fa pure riflettere sul fatto che se a fine giornata ci fosse data la possibilità di fare un rewind e ricominciare da capo, probabilmente ci converrebbe vivere senza incavolarci - e desiderare di usare cacciaviti ottenuti a baratto per sopprimere certi alunni - e cercando di essere presenti con il cervello in ciò che si fa, e allora non è tanto male, soprattutto vista la mia vita, che ogni volta che scrivo è domenica o venerdì e gli altri giorni mi scappano via.
 
Dal cinema siamo tornate a piedi dopo mezzanotte, mentre il centro commerciale era popolato di pazzi sclerati preparati con sdraie e termos davanti all'Apple Store per comprarsi il nuovo I-nunsoche e mi fanno ancora male le gambe, I-che dolore,  ma una volta a settimana secondo me si può fare, camminare per 8km silenziosi, salutare le capre nel buio, pensare che non ce la facciamo più e dover camminare ancora altri 20 minuti, arrivare a casa che dalla stanchezza mi si sono arricciati i capelli e stramazzare sul letto, per una notte di sonno profondissimo.

- Ieri è stata l'inaugurazione ufficiale del negozio vegano di Murcia.
Prima c'è stata una presentazione sul veganismo, tanti dei presenti eravamo già vegani, ma fra chi si era imbucato solo per poi partecipare al rinfresco gratuito, io spero che ci fosse almeno una persona che non era venuta solo a scofanare e che avrà tratto delle conclusioni che LA porteranno sulla via del veganismo (Dolcevita, parlo proprio di te! GO VEGAN!).
 
Ho scoperto un video di un tipo che non conoscevo e che è molto in linea con il mio stile vegano.
Ce ne sono tanti di vegani famosi, ma finora non mi ero ritrovata in nessuno.
O troppo attivisti, o troppo politicizzati, o troppo salutisti, o semplicemente troppo.
Invece questo signore australiano, Philip Wollen, mi ha colpita per la sua fermezza pacata, per la sua passione educata, per le sue parole chiare e commoventi.
Io vi consiglio di vederlo il video, perché so che è più facile chiudere gli occhi e il cervello e fare finta di niente, ma se con le nostre azioni abbiamo la possibilità di cambiare il mondo, non sarebbe terribile non farlo?
 
Io ve lo posto qui, in caso a qualcuno venisse voglia di vederlo.
 
 
 

- Vado in Scozia! Per il ponte dell'8 dicembre! Qui ci danno un giorno di festa il 9! Menomale, perché pensavo che quest'anno non ci sarei riuscita a fare un salto a Glasgow, ma poi per caso ho trovato un volo con orari decenti, e ora ogni volta che penso che sono troppo stanca o ho troppe cose da fare GlasgowGlasgowGlasgow è il mio mantra e metto in classe video in Scottish per la gioia dei miei alunni.

- Ma forse il vero top del top di questa settimana è stato questo messaggio, che ho ricevuto in triplice copia nei commenti del blog:

Come ho ottenuto il mio marito ...
Il mio nome è Bradley Speck . Io vivo in Canada , e mi sono sposato quattro mesi fa . Io e mio marito hanno vissuto una vita molto felice e bella . Così col passare del tempo , ho cominciato a notare questo strano atteggiamento che mio marito stava possedendo . Ora stava uscendo con altre ragazze , al punto che non era più in ripresa le mie chiamate , e non era nemmeno dormendo nella casa più. Mi sono confusa e non sapevo cosa fare. Così sono diventato preoccupato e filamenti, che ha portato così tanti pensieri nella mia mente , perché non ho mai sperimentato una cosa simile in vita mia . Così ho deciso di visitare un mago , per vedere se può aiutarmi. Così subito sono andato a internet, dove ho visto una sorprendente testimonianza di un mago che ha portato qualcuno ex amante indietro , così ho contattato subito e gli ho spiegato tutti i miei problemi e mi ha detto che sarà molto facile per lui per risolvere , confrontare a quelli che ha ...

Ecco, che ne dite? Chiamo il mago pure io?
A me il marito non serve, non sono preoccupata e filamenti, però mi farebbe comodo qualcuno che mi andasse a fare la spesa, mi preparasse prelibatezze vegane, e magari pure le lezioni.

O forse un mago che veganizzasse il mondo.
Ma in questo caso spero proprio che sia solo questione di tempo.

20.10.13

Prima dell'alba

Mi sveglio che il sole non è neppure sorto, e fa frescolino tanto che devo mettermi la maglia a maniche lunghe. Sono le 6.50 e a mezzogiorno le temperature arriveranno a trenta gradi e passa, perché questo è il deserto spagnolo, e di notte fa fresco, ma di giorno ancora si schiatta.
 
Mi piace svegliarmi quando dorme addirittura anche il sole, sedermi sulla sedia a dondolo sulla veranda e godermi una tazza di caffè polacco eredità della coinquilina che se n'è andata zuccherato con silenzio ed immobilità. Mi ci manca solo di cominciare a fare l'uncinetto.
 
Ne approfitto per fare le pulizie settimanali di prima mattina, per mandare un messaggio a mamma che ciclicamente mi ricorda di confermarle che sono ancora viva e per scrivere qualche mail non di lavoro, che quando accendo il bottone del cervello 'modalità-lavoro: on', mi scordo della mia vita in cui ci sono famiglia, amici e un blog trascurato.
 
Non è che lavoro sempre. Lavoro quasi sempre.
Sto ancora cercando di organizzare l'orario, ma per ora riesco solo a fare lezioni e preparare lezioni, nutrirmi scarrozzando da casa al lavoro tupperware pieni di quinoa, peperoni, zucchine, riso, olive, melanzane, e qualche chiletto di bananemeleperepesche, dormire (poco) e spazzare la mia stanza una volta a settimana, facendo amicizia coi toponi di polvere che si accumulano mentre io non ci sono.
 
Vado pure al cinema, e faccio 8km a piedi dopo mezzanotte per tornare a casa, perché a quell'ora il tram non c'è.
 
E a dirla tutta ho anche un po' di vita sociale, solo che a differenza di prima mi scordo di fotografarla, e la mia memoria saturata di foneticagrammaticalessico e compiti da correggere se ne scorda.
 
Però poi ci scappa una paella domenicale in casa con gli ex coinquilini, a ricordare i vecchi tempi in cui il nostro salone era invaso di giocattoli della figlia di Fran, in cui Kuriki usciva da una storia d'amore tormentosa e passava per il corridoio come un'ombra e guarda un po' ora com'è felice, e in cui io lavoravo e lavoravo, e guarda un po', lo faccio ancora, però prima campavo a base di toast e sottilette, e avevo le emicranie con vomito tipo bimba dell'esorcista e ora invece mangio sanità che sennò sarei già schiattata.
 
E poi vengono le chiacchiere da trentenni quasi quarantenni, e io stono un po', ancora nel mio appartamento condiviso, senza macchina, con gli orari che so quando esco e non so mai quando torno, e chissà come sarebbe stata la mia vita se ...
 
 
E poi c'è la mia nuova vocazione contadina, che lo diceva pure Zarathustra di tornare alla terra.
E per caso pianto peperoni e viene fuori una pianta di zucca, che poveraccia nella fioriera ci sta stretta e comincia a rampicare sul balcone, e mi tocca potarla un po', e per Halloween raccoglierò il primo prodotto del mio orto urbano e ci farò magari una torta, o dei biscotti, o idee?
 
Ho piantato pure pomodorini e peperoni (di nuovo) fuori stagione, che sul mio balcone ci batte il sole e qui l'inverno non arriva fino a dicembre, e vediamo un po'.
 
E ho scoperto che oltre alle api all'impollinazione ci pensano pure le formiche, e che mi piace annaffiare le piante e carezzarle e così ho accettato di condividere un orto con la mia ex-alunna e ora amica Isabel, e abbiamo piantato cavoli e cipolle e non mi ricordo cos'altro, e mi è venuto subito un callo sulla mano e il giorno dopo mi facevano male i reni, ma che terrena felicità.
 
 


E poi faccio da ponte fra i miei ex-studenti che hanno 10 anni meno di me e le mie coinquiline della stessa età, e  mi ritrovo a uscire di sera con ventenni lontani dai trenta e a sentirmi chiedere:
ma tu sei erasmus? Sì, erasmus in pensione, o erasmusnonna, l'erasmus l'ho fatto 14 anni fa e chi chiede si fa due rapidi calcoli e ci manca poco che cominci a darmi del Lei.

E io ci provo pure a mettermi un vestitino della mia gioventù, ma non li so più portare, e così mi metto i jeans e esco, ma solo fino alle due, perché poi c'è un altro prima dell'alba che mi attende, e ora il sole è infine sorto e tocca accendere il bottone della modalità lavoro: on.

E buona domenica a tutti.

7.10.13

Buon lunedì

Altro giro, altra corsa.

I lunedì si susseguono come cagnolini che si mordono la coda.

Mi addormento il fine settimana ed è già lunedì, e il fine settimana di mille cose mi sembra una serie televisiva vista con un occhio chiuso e uno aperto all'uscita di classe il giovedì sera, quando stramazzo sul letto come uno spaventapasseri, dopo essermi pesata ed aver scoperto che in 4 giorni di lezione ho perso 1kg.

Venerdì non ho lavorato, ultimo venerdì del vecchio contratto che ci concedeva un weekend più lungo e 200 euro in meno. Non so se 180 euro per la precisione valgono una giornata in più in ufficio, dove ho già spazzolino da denti, spazzola, maglietta di ricambio, crema idratante, ciabatte e deodorante.
Ma so che se dico di no mi fregheranno comunque, mettendo le riunioni i venerdì e i non dovrei si trasformerebbero in devo, e allora accetto i 180 euro e riempio il frigo della sala prof di banane.

Venerdì non lavorativo vado a donare il sangue, per vedere se dopo un anno da vegana è ancora rosso, e per finire a dare consigli di salute alle due mediche che mi chiedono ma allora che mangi, oddio, ma come fai ad aver l'emoglobina a 13? Oddio, ma il cuore ti batte, oddio, ma davvero non ti ammali mai?
Mi sento wonderwomanvegan, stavolta non mi viene neppure il livido, mangio come una sfondata per recuperare e me ne vado a letto sognando un infartuato trasfuso che all'improvviso si risveglierà vegano, perché i miei globuli sono più cazzuti  forti dei suoi.

Sabato mattina mi sveglio e mi ricordo che devo fare lezione/ripetizioni, ho promesso, e poi all'ultimo minuto con un altro vegano, Jose, si decide che però c'è pure tempo di andare alla Ecoaltea, che è questa roba qua, una sorta di sagra/festa/fiera vegana vegetariana bio hippy musica massaggi reiki rasta piedi scalzi e mamme che allattano mentre camminano.

Ci arriviamo all'ora di pranzo e ci fiondiamo immediatamente nella zona cibarie. 
Io sospettosa ho lo zaino pieno di frutta e invece in uno stand su due vendono roba vegana.
Presi dal delirio per la troppa scelta vaghiamo fra gli stand sniffando l'aria, è vegano? Oh mio dio, lo voglio, e questo? Pure? Fame, panino, dolce, cous cous, cibo indiano, giapponese, torte ...

Alla fine mi mangio un hamburguerozzo di seitan, e poi condividiamo un piatto di robe indiane e un altro di tagliatelle giapponesi. Vorrei convincere il mio stomaco che non è pieno, ma non ci riesco, e allora cominciamo a vagabondare hippescamente, circondati da bimbi che corrono scalzi e spericolati e genitori sdraiati sull'erba, stranieri bruciacchiati dal sole e carnivori sospettosi.

Finiamo per vedere uno spettacolo di un mimo e poi andare a una charla sull'importanza delle api, vaghiamo come palline pigre in questo biliardino multicolor in cui un po' mi ritrovo e un po' no, perché certa gente fa dell'essere hippy una professione e poi sicuro che a casa hanno il maxi schermo e la BMW.

Ma non è finita.

La domenica comincia con un trueque, che in italiano è baratto, ed è la mia nuova maniera di combattere il consumismo. A Murcia i negozi dell'usato non ci sono, la gente compra magliette di seconda mano a London pagandole oro, però poi se gli dico che a cambio della mia cyclette mai usato ho ottenuto un carrello per andare a fare la spesa e una pentola di ceramica mi guardano di traverso, e io penso alle case piene di roba inutile e depressa che vorrebbe essere usata da qualcuno e non finire morta di polvere.

(Con il mio carrellino ora sono una vera nonnetta)

La domenica si conclude con le nuvole, e mi vedo con Louisa, di Glasgow. Non piove ma l'accento glaswegian mi riporta alla patria del mio cuore, che quest'anno non ci sono stata ancora neanche una volta, comincio a soffrire di nostalgia e come un segugio cerco su facebook scozzesi a Murcia, in vista della festa di Saint Andrew's a novembre. 

Ed è di nuovo lunedì, e carica come un mulo arrivo di nuovo in ufficio prima dell'alba, che ci sono lezioni da preparare, lavagne da montare, libri da consegnare, video da vedere, compiti da correggere, training autogeno da fare per sopportare le señoras delle mie classi, che sono tutte ripetenti e hanno tutto il libro già fatto e ci manca poco che si alzano e si mettono loro a fare lezione.

Buon lunedì.

3.10.13

1º Veganniversario

Un anno fa scrivevo questo post.
È già passato un anno, e magari a forza di post vegani c'è qualcuno di voi che pensa:
e se ci provassi anche io? Ma come si fa? Ma che mi mangio? Ma le proteine? Ma il calcio? Ma come faccio a vivere senza (inserire: formaggio, yogurt, coscia di pollo, bisteccona, calamari) ...
Ma, ma, ma ...

Ecco, questi ma all'inizio ce li avevo pure io, tutti, tutti di botto la prima settimana.
Bombardavo gruppi vegani alla ricerca di cifre, consigli, dritte.
Leggevo  quinoa, muscolo di grano, spirulina, e il cervello mi faceva fumo.
Ascoltavo gente esperta parlare di B12, seitan, specismo, China Study e annuivo riconoscendo mentalmente tutta la mia veganignoranza.

Ci ho messo magari un paio di mesetti ad ingranare.
A capire che tipo di vegana ero, cosa tolleravo, dov'erano i miei limiti, e sopratutto a trovare il mio posto nel mondo veganomurciano e veganomondiale.

Avere intorno amici vegani (quelli di cui vi avevo parlato in questo post) ha reso tutto decisamente più facile.

Ma diventare vegana per me è stato sopratutto trovare la mia dimensione per essere in pace con il mondo e con me stessa ed il mio corpo.
È da un anno che non ho mal di testa, mal di pancia, raffreddore, febbre.
NIENTE DI NIENTE. Neanche un moccioletto per sbaglio, neanche un po' di mal di gola.
È da un anno che raramente qualcosa mi fa preoccupare da non dormirci la notte.
È da un anno che dico a tutti quelli che incrocio che ci provino, ad essere vegani, per un mese, e poi non torneranno più indietro.

Perché dubito che qualcuno coscientemente desideri impasticcarsi di medicine, schiattare di colesterolo, o essere il responsabile della morte e sofferenza non solo di tanti animali, ma anche di altri esseri umani e del pianeta che lasceremo alle generazioni future.

Ed è da più di un anno che non mangiavo la mia torta preferita, la carrot cake, e oggi sono andata al negozio vegano di Murcia e guarda un po', ce n'era proprio una fettina ad aspettarmi.

Buon veganniversario a me!


21.9.13

E fanno 14 ...

Ieri ho festeggiato il mio quattordicesimo anniversario, nozze d'avorio se si trattasse di matrimonio, e noi expat scappatidecasa dovremmo inventarci una cronologia celebrativa dell'espatrio: nozze di permesso di residenza, nozze di affitto con legale contratto di prima casa, nozze di primi contributi versati, nozze di ma chi me l'ha fatto fa ... cose così ...

Per ora diciamo che il mio anniversario l'ho festeggiato così:

- di mattina al lavoro, a correggere in team 150 esami di gente che si presentava al B1 per accedere a un Master (è un requisito). Il momento clu della mattinata è stato quando la mia collega incinta ha quasi partorito dalle risate quando si è ritrovata fra le mani questo esame.
Si tratta della parte di ascolto dell'esame, ma la tipa in questione, dopo averla evidentemente fatta a casaccio, ha deciso di dilettarci con una spiegazione del perché:


Non ho potuto finire il primo esame perché non mi sentivo bene
 e allora non finisco neppure questo. 
Sento telepatie che mi attaccano dal piano astrale 
e non riesco a concentrarmi sono bloccata.
però so molto inglese ci riproverò in futuro.
Scusate ma non sento nulla.
STEVE VAI.
L'ospedale psichiatrico mi lascia in queste condizioni, odio l'insegnamento ufficiale.
50 euro buttati al secchio. Steve Vai lo capirà.
Ho dei poteri e sono fatta di luce.
era mio marito nella mia vita passata.
Steve Vai, lui ha il mio reggiseno, glielo tiro giovedì scorso di sera.
ESAME NON PASSATO.

Ecco, questo la nostra collegaincinta ce lo ha letto e pensavamo che scherzasse.
Poi quando diceva STEVE VAI, dato che nessuno di noi sapeva chi fosse (ma voi potete scoprirlo qui), noi capivamo tutti STEVE BYE. E c'era per caso lì presente uno dei nostri colleghi che si chiama STEVE, e pensavamo l'arcano messaggio si riferisse a lui, che fosse una ex-alunna stalker, innamorata e folle.

Invece poi un altro collega che fino a quel momento non aveva ascoltato attentamente, è uscito dal comadacorrezioneesamibocciotutti e si è ricordato improvvisamente della tipa, che al concerto in cui anche lui era stato, aveva lanciato reggiseno e forse anche mutande al cantante, Steve Vai.

Arcano svelato, notizia rintracciata anche su internet, foto della tipa viste sul suo profilo facebook quasi aperto e foto fatte all'opera d'arte e diffuse scatenando l'incredulità dei lettori e la preoccupazione degli psicologi e psichiatri murciani. Ieri era notte di luna piena,

- Di pomeriggio ha finalmente inaugurato il primo negozio 100% vegano a Murcia. A MURCIA.
Aperto da una mia ex alunna. Da non crederci. Così ho deciso di farmi un autoregalo di anniversario e pensavo di comprarmi una torta di Lujuria Vegana, ma alla fine i miei pensieri lussuriosi sono stati soppiantati dalle voglie di formaggio.

In realtà il formaggio non è che poi mi manchi tanto, anzi diciamo per niente, però dopo aver provato il Vegusto ricevuto in regalo da uno studente (davvero costosa, ma buonissimo, almeno il tipo che io ho provato che però non ricordo quale era), la marca Cheezly (che non mi aveva molto convinta) e la scozzesissima marca Sheese (lo spalmabile non mi era piaciuto per niente) ho deciso di provare il formaggio fuso per pizza e i formaggio a fette della marca tedesca Wilmersburger.


Ho pure comprato qualche salsicciotta sparsa, nutella vegana della marca Plamil (buonissimissima quella all'arancia, la mia preferita), quinoa, robette di soyatofuseitan.

Io come sapete comunque preferisco frutta e verdura fresche e crude se possibili, ma ogni tanto mi concedo questi peccati vegani, soprattutto anche per dimostrare agli altri che esistono alternative a tutto e che se anche costano un po' di più, si comprano cose di qualità 100% (senza tracce e prodotte da aziende vegane) perché per ora (e speriamo per sempre) le sottomarche vegane fatte con gli scarti non esistono.

- la sera quindi ho festeggiato il mio expatniversatio preparando queste pizze rotte (le basi comprate al supermercato mi si sono rotte portandole a casa, ma vabbé, così sono entrate meglio nella teglia del forno). Il formaggio era buono anche se ormai la pizza mi sono abituata a mangiarla senza.


- E poi di notte alla stazione a recuperare Petra, la nuova coinquilina croata. 
Mi paredi non avervi detto che la nostra coinquilina polacca Daria se ne era andata neppure dopo una settimana a Murcia, perché arrivata qui aveva scoperto che praticamente non le avrebbero convalidato appieno nessuna materia e che fra l'altro dalla Polonia le avrebbero ridotto l'importo della borsa di studio. E allora è stata di nuovo ricerca e alla fine in 4 e 4 8 abbiamo deciso di scegliere Petra, e ora l'appartamento è di nuovo al completo. 
Io faccio la nonna di queste ventenni che oggi se ne sono andate a un pranzo più piscina a casa di un amico di un mio amico che ora è amico di Marghe e insomma vediamo un po' fra un anno che anniversario sarà.